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Milan, ha visto Paquetà? Non fare lo stesso errore con De Ketelaere

Paquetà

Lucas Paquetà sta diventando un rimpianto per il Milan che deve provare a non fare lo stesso errore De Ketelaere: è giusto aspettarlo?

In questo momento probabilmente il Milan si sta mangiando le mani per essersi liberato troppo frettolosamente di Lucas Paquetà, oggi titolare nel Brasile ai Mondiali. I rossoneri forse hanno avuto troppa fretta a lasciarlo andare e, alla luce della sua esplosione, farebbero bene a pensarci due volte prima di fare lo stesso errore con Charles De Ketelaere.

Paquetà
Lucas Paquetà, centrocampista del Brasile (ANSA)

Il Milan è riuscito a vincere uno scudetto con una rosa sulla carta inferiore a diverse rivali del campionato. Ora però arriva il difficile nel calcio ovvero quello di confermarsi ad alti livelli e provare a difendere il titolo o perlomeno continuare a ottenere grandi risultati. Non un obiettivo semplice e scontato per i rossoneri a cui gli avversari iniziano a prendere le contromisure nonostante la buona partenza in stagione.

E’ ovvio che Stefano Pioli deve sempre cercare nuove soluzioni per migliorare il gioco della sua squadra che anche quest’anno, partendo ancora dal 4-2-3-1, fatica a trovare il suo vero fantasista. Un dilemma irrisolto da qualche anno che in questo momento sta condizionando Charles De Ketelaere, sulla carta il trequartista titolare ma finora non in grado di offrire le sperate garanzie.

Nel calcio è difficile fare determinati ruoli che richiedono di fare la differenza e inventare ogni volta scendi in campo. E’ risaputo che la maggior parte dei giocatori più affascinanti sono anche quelli più incostanti perché, soprattutto con un gioco sempre più fisico, a volte non basta solamente la tecnica per salvarsi.

Milan, il precedente Paquetà insegna: calma con De Ketelaere

Paquetà Brasile
Lucas Paquetà, le similitudini con De Ketelaere (ANSA)

C’è margine però per crescere e costruirsi la propria identità come sta facendo Lucas Paquetà, etichettato come “nuovo Kakà” quando arrivò al Milan prima di essere scaricato dopo appena un anno e mezzo. E’ innegabile che il classe ’97 abbia fatto fatica ad ambientarsi in Italia ma si vedeva che aveva i colpi e forse bastava aspettare ancora un po’ per vederlo sbocciare.

Una storia che ha contorni simili a quella di Charles De Ketelaere, altro diamante grezzo acquistato per una grossa cifra dai rossoneri e con lo stesso “difetto” di non essere subito riuscito a imporsi come si poteva pensare. Entrambi sono sbarcati a poco più di 20 anni in uno dei club più storici al mondo e all’inizio è anche giustificabile incontrare qualche difficoltà, soprattutto se sulle spalle hai la pressione di essere stato pagato tanto dalla società.

Insomma, prima di pentirsi nuovamente, il Diavolo dovrebbe pensarci bene prima di bocciare il classe 2001 belga, anche lui presente ai Mondiali ma non ancora da protagonista. Il tempo però è della sua parte e probabilmente, come poi dichiarato dallo stesso Pioli e Maldini, è meritevole di altre occasioni imparare dagli sbagli, cadere e poi rialzarsi prendendosi la scena come indica il suo destino.

E’ inevitabile avere a che fare con paragoni illustri in determinati ambienti ma è il club a chiamato, se veramente crede nelle sue qualità, a proteggerlo dalle voci esterne e avere la pazienza di non bruciarlo. In questi casi la soluzione più semplice, per non rischiare di una grossa minusvalenza, sarebbe quella di rivendere l’ex Club Brugge al miglior offerente ma forse, ripesando a dove è arrivato l’attuale giocatore del West Ham, non è la scelta più giusta.

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