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Juventus, il buio oltre la Champions: anche i giocatori abbandonano Allegri

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La Juventus è di fronte ad un bivio e la scelta spetta al presidente Agnelli. Quali sono i pro, i contro e i rischi confermando Max Allegri. L’opinione in diretta del giornalista Emanuele Gamba

Il momento che sta attraversando la Juventus è più buio che mai. Sono sicuramente più di 10 anni che la Vecchia Signora non si trova ad affrontare una crisi così profonda. Un tunnel dal quale ancora non si scorgono bagliori di luce all’orizzonte.

Mentre i tifosi sembrano uniti nell’additare Allegri come colpevole, dal fronte societario invece sono arrivate critiche molto severe all’indirizzo dei giocatori. Da molti però la conferma e lo scudo della presidenza verso l’allenatore è visto come un discorso di convenienza economica. In poche parole “non lo cacciano perché costerebbe troppo e non se lo possono permettere“. Quanto costerebbe però alla Juventus non qualificarsi alla prossima Champions League?

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La Juventus in bilico, giusto continuare con Allegri?

L’ambiente Juventus è decisamente spaccato in questo momento. I tifosi stessi sono divisi sull’indicare un colpevole, anche se in molti casi si innesca quasi un effetto domino che parte dai giocatori, prosegue con Allegri e termina con Agnelli. I primi sarebbero colpevoli di scarso impegno, anche se risulta singolare pensare a dei campioni affermati che decidono arbitrariamente di applicarsi meno e collezionare figuracce dall’oggi al domani.

Quindi ecco il più accreditato, l’allenatore ovviamente. Allegri che negli anni fermo non si sarebbe aggiornato e tanti altri capi di accusa. Chi è stato però a richiamare Allegri? Agnelli, che a sua volta aveva scelto Pirlo. Insomma i mali recenti della Juventus sarebbero da imputare alla gestione Agnelli? E chi c’era alla presidenza bianconera quando la Juve vinceva 9 scudetti di seguito? Ora però c’è un’attualità con cui fare i conti e decisioni da prendere, probabilmente sanguinose.

Juventus, costa più Allegri o non arrivare quarti?

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Allegri furioso durante il match con il Maccabi. (ansa)

Di fronte ad una pressoché certa eliminazione dalla Champions League, la Juventus deve pensare al futuro. Se finirà in Europa League o fuori da tutto lo scopriremo tra qualche settimana, nel frattempo però a preoccupare non sono soltanto i risultati e le prospettive sportive, ma anche quelle economiche. I bianconeri infatti hanno investito molto nelle ultime campagne acquisti, senza contare il recente aumento di capitale, ma ora servono i risultati.

Dunque il vero dilemma in questo momento è capire se costerebbe di più esonerare Allegri, al quale però si dovrebbero continuare comunque a versare 7 milioni all’anno, oppure rischiare di non arrivare quarti. Perché lo spauracchio ora è questo e la Juventus di Allegri attualmente non sembra affatto tra le favorite alla corsa per le prime quattro posizioni.

Concludere il campionato senza qualificazione alla prossima Champions League sarebbe dunque devastante per il bilancio. Senza gli introiti da UEFA, piattaforme e sponsor, la società si vedrebbe con ogni probabilità costretta a fare altri tipi di scelte sanguinose, come sacrificare sul mercato uno o forse più top player. La scelta ora spetta ad Andrea Agnelli.

Gamba ammette: “Alla Juve mancano i calciatori ‘sì Max'”

Uno degli aspetti centrali lo ha sottolineato in diretta a TVPlay Emanuele Gamba, giornalista di Repubblica che ha pubblicato un articolo in cui ha elencato i “No Max”, ovvero i giocatori che sarebbero ormai lontani dal tecnico Allegri tra cui ci sarebbe il neo acquisto Paredes. Quello che spicca, ha detto Gamba in diretta, è la carenza clamorosa di “sì Max” all’interno della squadra. Quello che gli manca è un nucleo di giocatori che si butterebbe nel fuoco per lui”.

A gennaio, ha ricostruito Gamba, “mancavano i gol, la squadra andava e non andava. Poi è arrivato Vlahovic che ha segnato i gol sufficienti per il quarto posto. Sull’allenatore non puoi fare lo stesso discorso, perché un allenatore non dà garanzie di miglioramento. Oggi, se non vuoi tenere Allegri, hai due strade: o prendi nomi di grido come Tuchel o Pochettino, che costano tanto ma non è detto che diano risultati subito. Oppure un traghettatore, un nome alla Ranieri. Ma ha senso mettere uno spogliatoio in cui c’è anarchia in mano a un allenatore a tempo?”. 

Certo, ammette lo stesso Gamba, “è vero che lui ci sta capendo poco e sta comunicando male alla squadra. Ma è anche vero che i problemi li sta ereditando da Pirlo e da Sarri, e sono grosso modo sempre gli stessi”.

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