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Inchiesta Juventus, la procura FIGC chiede gli atti: cosa rischia il club

Inchiesta Juventus, la procura FIGC chiede gli atti: cosa rischia il club

La procura della FIGC ha chiesto i nuovi atti relativi all’inchiesta sulla Juventus: una mossa che può incidere sul futuro del club bianconero.

Si sono riaccesi gli allarmi in casa Juventus. E non solo quelli relativi alla sfera prettamente sportiva, con la squadra che è uscita dai gironi di Champions League per la prima volta da otto anni. Dalla Procura di Torino, infatti, sono arrivate notizie abbastanza preoccupanti per l’ambiente bianconero, in special modo per la dirigenza.

Inchiesta Juventus, la procura FIGC chiede gli atti: cosa rischia il club
Inchiesta Juventus, la procura FIGC chiede gli atti: cosa rischia il club (Ansa)

Nuove intercettazioni hanno infatti fatto emergere dettagli abbastanza pesanti, della quale la Juventus dovrà probabilmente rispondere presto. Nel frattempo, dalla FIGC è arrivato un annuncio che potrebbe creare ulteriori problematiche alla società. La procura federale ha infatti chiesto alla Procura di Torino di visionare gli atti, una scelta che potrebbe avere conseguenze molto più complesse per la società.

Juventus, anche la FIGC tiene d’occhio l’inchiesta: gli scenari sul futuro del club

Juventus, anche la FIGC tiene d'occhio l'inchiesta: gli scenari sul futuro del club
Juventus, anche la FIGC tiene d’occhio l’inchiesta: gli scenari sul futuro del club (Ansa)

Dalla ricostruzione della Procura di Torino, infatti, sono emerse delle chat nel quale soprattutto Giorgio Chiellini parlava alla squadra di poter strappare “un accordo diverso” rispetto a quello che faceva riferimento alle quattro mensilità a cui la squadra aveva rinunciato all’inizio della pandemia da COVID-19. Accordi differenti che sono stati stretti tramite scritture private, compresa la famosa “carta segreta” riguardante il contratto di Cristiano Ronaldo.

A rendere il tutto più complesso, poi, ci sono le intercettazioni tra gli elementi della dirigenza, in particolare il ds Federico Cherubini e l’allora direttore finanziario Stefano Bertola. Elementi che hanno indotto la FIGC, ed in particolare il procuratore federale, Giuseppe Chinè, a chiedere di conoscere conoscere gli atti.

Questo può complicare le cose in casa Juventus, per un motivo presto detto: In presenza di atti nuovi e ritenuti decisivi per la revisione della decisione definitiva pronunciata dalla Corte di appello federale,” si legge dalla FIGC, “per revocazione” il procuratore federale può riaprire il processo la cui iniziale sentenza aveva visto l’assoluzione dei dirigenti della Vecchia Signora coinvolti.

Nella diretta odierna su Twitch, ai microfoni di calciomercato.it, anche Umberto Chiariello ha fatto luce sulla questione: “Ci sono tre filoni dell’inchiesta: le plusvalenze, le fatture false per operazioni inesistenti, e gli stipendi non abbattuti ma differiti, che incidono su tanti fattori in merito alle norme Covisoc. La procura federale non ha gli strumenti per le intercettazioni, che cambiano tutto, quindi le chiede alla Procura di Torino. L’unico processo archiviato ha concluso “è quello per le plusvalenze, ma lì siamo al solito problema: tutti sanno e nessuno riesce a dimostrare.

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