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Inter, che paura: ucciso in un agguato Vittorio Boiocchi, chi era lo storico capo ultras

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Andrea Desideri

Inter, sgomento nell’ambiente nerazzurro. Ucciso in un agguato Vittorio Boiocchi. Lo storico capo ultras dei nerazzurri aveva 70 anni.

Inter, paura a Milano. Nel corso della partita a San Siro tra nerazzurri e blucerchiati si apprende la notizia della morte di Vittorio Boiocchi, 70 anni, storico capo ultras nerazzurro. Il match contro la Sampdoria passa immediatamente in secondo piano non appena vengono resi noti i particolari dell’efferata vicenda: l’uomo sarebbe, secondo le prime ricostruzioni, stato freddato con diversi colpi d’arma da fuoco. Un agguato in piena regola nei pressi della sua abitazione.

Inter tifoso ucciso (ANSA)

L’abitazione nel quartiere Figino, in Via Fratelli Zanzottera, si è subito popolata di ambulanze e i soccorsi sono arrivati immediatamente. Nonostante il pronto intervento del 118 l’uomo non ce l’ha fatta: fatali 3 colpi d’arma da fuoco, al collo e al torace. Il noto tifoso è finito in arresto cardiaco per poi morire poco tempo dopo. Il tutto sarebbe successo intorno alle otto meno un quarto.

Inter, paura a San Siro: ucciso lo storico capo ultras Vittorio Boiocchi

Orari e particolari da appurare. Quel che è noto, invece, è che una parte della tifoseria nerazzurra abbandona San Siro appresa la notizia della morte. Boiocchi era un capo ultras molto stimato nell’ambiente del tifo organizzato nerazzurro. Molteplici i tifosi scossi dall’agguato, altrettanto note erano le sue “storie di campo”.

Morte Vittorio Boiocchi, s’indaga (ANSA)

Una personalità controversa la sua: avanti e indietro tra carcere e domiciliari, nonostante questo godeva di un’ottima – se così si può dire – fama all’interno della Curva Nord. Una delle controversie più recenti risale al 2021: quando venne sorpreso a bordo di una Nissan Qasquai – che risultò essere rubata – con diverse tipologie di armi e una serie di pettorine, organizzazione perfetta.

O quasi visto quello che gli è costato. Proprio per questa sua condotta si è trovato spesso al limite tra giustizia e illegalità oltrepassandolo più volte. Ora la pace definitiva dopo una vita tra tifo e diatribe legali: più di 26 gli anni di carcere accumulati nel tempo.

Andrea Desideri

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