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Juventus-Inter, il classico della Serie A: cinque sfide simbolo a Torino

Juve-Inter, il classico della Serie A: cinque sfide simbolo a Torino

Le cinque sfide simbolo in casa dei bianconeri nella storia di Juventus-Inter. I momenti chiave, le polemiche del Derby d’Italia

Lo chiamano “Derby d’Italia”. E’ un classico della Serie A. Non è mai una partita come le altre. Juventus-Inter attraverso gli anni ha raccontato il nostro calcio, le evoluzioni della passione per il pallone, il costume e la società.

L’etichetta di Derby d’Italia si deve a Gianni Brera. Decano dei giornalisti sportivi e calcistici d’Italia, nel 1967 l’ha definita così perché allora Juventus e Inter erano le squadre più titolate in Serie A. Era un confronto fra due grandi nobili del nostro calcio, e insieme fra due famiglie, fra due visioni del capitalismo: gli Agnelli da una parte, i Moratti dall’altra.

Juve-Inter, il classico della Serie A: cinque sfide simbolo a Torino
Juve-Inter, il classico della Serie A: cinque sfide simbolo a Torino (ANSA)

Vincere in casa della Juventus ha un gusto speciale per i tifosi dell’Inter. Naturalmente, anche per i calciatori e gli allenatori. Simone Inzaghi, che ha festeggiato il successo nell’ultima trasferta allo Stadium, potrebbe diventare il secondo allenatore nella storia nerazzurra a vincere due volte di fila in campionato in trasferta contro la Juventus.

Finora ci è riuscito solo Helenio Herrera, il “Mago” artefice degli anni migliori della Grande Inter, che vinse tre volte in casa dei bianconeri tra il 1961 e il 1965. Domenica, la sfida dell’Allianz Stadium scandirà un turno cruciale (CLICCA QUI PER LA NOSTRA PREVIEW), con la Roma chiamata al derby contro la Lazio e il Napoli di scena a Bergamo.

La rivalità ha vissuto su gol e giocate da applausi, screzi e sgambetti, e soprattutto su furiose. Feroce la prima, per quel che succede al Comunale di Torino il 16 aprile 1961. Il nostro viaggio non può che cominciare da lì.

Juventus-Inter, le cinque sfide da ricordare

Il Comunale è stracolmo. E’ entrata molta più gente di quella che gli spalti possono contenere. Così i tifosi si assiepano anche a bordo campo. Dopo mezz’ora qualcuno fa invasione e l’arbitro genovese Gambarotta sospende la partita. Il giudice sportivo assegna il 2-0 a tavolino all’Inter, ma la Juve fa ricorso.

La decisione arriva solo il 3 giugno, il giorno dell’ultima giornata di campionato a cui Juve e Inter arrivano a pari punti (46). La Commissione di Appello Federale ha accolto il ricorso: la partita va rigiocata. Massimo Moratti, presidente dell’Inter, non ci sta. E’ convinto che il doppio incarico di Umberto Agnelli, contemporaneamente presidente della Juventus e della FIGC, abbia pesato sulla decisione.

Alla ripetizione del match, l’Inter si presenta con la Primavera e perde 9-1. L’unico gol nerazzurro è di Sandro Mazzola, che il 28 aprile 1963 segnerà alla Juve il gol della vittoria. Una rete decisiva per il primo scudetto del Mago Herrera.

Saltiamo al 23 aprile del 1972. Quel giorno Franco Causio dà spettacolo. Segna tre gol e porta la Juventus in testa alla classifica. E’ il primo bianconero a firmare una tripletta nella storia della rivalità. A fine stagione, i bianconeri vinceranno lo scudetto, scucendolo di fatto dalle maglie dell’Inter.

E’ significativo il confronto del 23 novembre 1980. E’ il primo Derby d’Italia con le frontiere nuovamente riaperte agli stranieri, anche se non ci sono ancora i due campioni che scandiranno le sfide degli anni Ottanta, il francese Michel Platini e il tedesco Karl-Heinz Rummenigge. La Juve vince 2-1, nel secondo tempo segnano Liam Brady su rigore e Gaetano Scirea, per l’Inter accorcia Claudio Ambu. Alle 19.34 di quella sera, mentre la Rai sta trasmettendo la differita della ripresa, la terra trema in Irpinia per 94 interminabili secondi.

Gli ultimi fotogrammi: da Ceccarini a Stramaccioni

Juventus-Inter, il contatto fra Iuliano e Ronaldo del 1998
Juventus-Inter, il contatto fra Iuliano e Ronaldo del 1998 (ANSA)

In questa antologia non può non comparire il fotogramma per eccellenza della storia di Juventus-Torino. Bastano pochi elementi, pochi fotogrammi: il Comunale di Torino, Iuliano, Ronaldo, l’arbitro Ceccarini. E’ il 26 aprile 1998, da quel giorno i loro tre nomi restano indissolubilmente legati.

Ceccarini non sanziona il contatto fra Iuliano e Ronaldo, poi sul cambio di fronte punisce il fallo di West su Del Piero, che però sbaglia il rigore. La Juve, prima con un punto di vantaggio, vince comunque 1-0 grazie al gol di Pinturicchio precedente agli episodi che hanno dato vita alle polemiche accese ancora oggi.

L’arbitro, in quasi 25 anni, non ha mai cambiato idea. Per Ceccarini non è rigore, e non l’avrebbe dato nemmeno con il VAR. Perché, ha sottolineato più volte, è Ronaldo a commettere fallo sul difensore della Juventus.

Chiudiamo la breve antologia con la prima sconfitta della Juventus nel suo nuovo stadio di proprietà. Dopo 49 risultati utili consecutivi nel suo fortino, la Juventus cade contro l’Inter di Stramaccioni. Milito e Palacio firmano l’impresa.

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