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Daniel Alves al Siena: “Era tutto fatto”. L’incredibile aneddoto

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Tommaso Ferrarello

Daniel Alves  raccontato dall’agente Steafano Cionini. Un aneddoto clamoroso per uno dei terzini più iconici dell’epoca calcistica più recente.

Il bianconero è stato nel suo destino. Sì, ma poteva esserlo anche qualche anno prima. Uno dei terzini più forti della storia, Daniel Alves, avrebbe potuto vestire la maglia di un club che attualmente milita in Lega Pro, il Siena. Strano vero?

Daniel Alves (ANSA)

Eppure era tutto formalizzato, con tanto di contratti firmati. Ma una regola ha cambiato tutto all’ultimo, facendo saltare un’operazione che oggi avrebbe veramente del clamoroso.

Daniel Alves, che curiosità sul suo passato

Daniel Alves in Nazionale (ANSA)

Protagonista dell’operazione era stato l’agente Stefano Cionini, che in passato aveva portato in Italia anche Pinga (ex giocatore del Torino) e Taddei. Correva l’anno 2002, stagione in cui Daniel Alves alla fine passò al Siviglia. Il resto poi è storia nota. “Avete presente il Torneo di Tolone?” Un’importantissima manifestazione giovanile nella quale partecipano le principali nazionali del mondo. “Quell’anno lo vinse il Brasile, con una squadra classe 1980-1981 da far paura: c’erano Adriano, Robinho. C’era il “mio” Pinga, che venne premiato come migliore del torneo facendo un gol pazzesco in finale contro l’Italia. In quella squadra, c’era anche lui: Dani Alves”.

In quella stagione – prosegue Cionini – portai Pinga in Serie B al Siena per fargli accumulare più minutaggio. Durante il torneo, inoltre, mi disse in maniera molto chiara: ‘Fai in modo di portare Dani Alves in Italia’. Così mi attivai, e ne parlai proprio con il Siena. Andai quindi in Brasile a casa di Dani. Era una famiglia umilissima che viveva nella periferia di Salvador. Dani mi presentò alla madre come un pazzo, perché gli avevo detto che avrebbe avuto una grande carriera da calciatore”.

Sembrava dunque tutto fatto per il salto in Italia per vestire la maglia bianconera del Siena, ma qualcosa andò storto. “La Figc proprio in quella stagione decise di bloccare il trasferimento degli extracomunitari per le squadre di Serie B, con l’intenzione di valorizzare i settori giovanili italiani. Di fatto, se ne poteva tesserare uno solo, e la società toscana decise di puntare su Taddei, perché aveva già giocato nel Palmeiras e sembrava più esperto di Alves”.

In Europa poi ci è arrivato lo stesso facendo le fortune del Barcellona nell’epopea d’oro targata Pep Guardiola.

Tommaso Ferrarello

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