Verona-Spezia regala momenti importanti sul piano del gioco, ma anche qualche tegola: butto infortunio per Dragowski. La situazione.
Verona-Spezia, gli scaligeri affrontano gli spezzini in un confronto acceso e denso di occasioni. La partita la sblocca Verdi, ma il gioco è tutt’altro che compassato. Una di quelle gare in cui la differenza viene fatta dalla gestione delle fasi di gioco e gli episodi, che possono incidere sul rendimento collettivo. Basta un minimo contatto per cambiare la partita. Quello che è successo a Dragowski. Il portiere ha pagato un movimento particolare e ora sconta una conseguenza inevitabile. La tegola arriva intorno al 41′, quando l’estremo difensore accusa il colpo.
Si vede subito che è grave: la caviglia fa un movimento strano. L’uomo resta a terra, si teme il peggio a ragion veduta. Il portiere non sembra rialzarsi: resta a terra dolorante. La barella è costretta a fare il proprio ingresso in campo sotto gli occhi increduli di giocatori increduli e tecnici interdetti. Il peggio lo subisce la formazione ospite. Lo Spezia è costretto a ricorrere a Zoet, ma non è il cambio l’aspetto meno confortante. A preoccupare è l’entità dell’infortunio del collega.
Infortunio Dragowski: la situazione
Le immagini mostrano la caviglia che si gira e le lacrime dell’estremo difensore che aveva recentemente recuperato da un fastidio muscolare. Oltre il danno la beffa: c’è ancora un tempo da giocare, ma il problema resta. Unica consolazione: la sosta Mondiale. Ci sarà tempo per rimettere a posto le cose. Anche se l’entità del danno sembra piuttosto importante. Esami strumentali delineeranno il cammino da intraprendere per l’estremo difensore.
Nel frattempo l’applauso dei tifosi incoraggia l’uomo dolorante che incassa, se non altro, il plauso del pubblico pagante. Unico riconoscimento in una porzione di gara da dimenticare per il calciatore costretto, infine, alla resa. La speranza resta una pronta guarigione: la corsa contro il tempo è appena cominciata. L’appuntamento è dopo il Mondiale, ma il “ritorno al futuro” è più facile a dirsi che a farsi.
