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Brewdog, la birra anti-sponsor dei Mondiali in Qatar: la trovata è geniale

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Tommaso Ferrarello

La birra britannica BrewDog ha rilasciato un duro comunicato affermando di essere l’anti-sponsor dei Mondiali in Qatar.

Non la tocca piano la nuova campagna pubblicitaria della birra britannica BrewDog che, con cartelloni out of home a Londra, si è proclamata l’anti-sponsor dei Mondiali di calcio in Qatar.

Mondiale in Qatar (ANSA)

Parecchio contestato per le numerose violazioni dei diritti umani collegate alla manifestazione, tra le quali le condizioni di lavoro disumane e l’alto numero di morti degli operai immigrati impiegati nella costruzione degli stadi e delle infrastrutture, il torneo non ha visto però defilarsi i suoi principali sponsor, i quali hanno certamente stigmatizzato l’accaduto ma non sono andati oltre.

Il comunicato di BrewDog

Mondiale 2022 (ANSA)

Con un duro comunicato BrewDog ha voluto fortemente prendere le distanze dal Mondiale in Qatar. “BrewDog è orgogliosa di essere l’anti-sponsor della Coppa del Mondo. Sì, avete letto bene. Il calcio è stato trascinato nel fango, prima ancora che si inizi a giocare. Siamo onesti: il Qatar si è aggiudicato il Mondiale attraverso la corruzione.” Questo il significativo post di James Watt, CEO del marchio di birra BrewDog che sta infiammando il web, che continua. “Il calcio dovrebbe essere di tutti, ma in Qatar l’omosessualità è illegale, la fustigazione è una forma di punizione socialmente accettata e non c’è problema sul fatto che 6.500 lavoratori muoiano costruendo gli stadi”.

Il tutto è stato anche supportato da una campagna pubblicitaria molto forte. Sono state numerose le maxi affissioni che non sono passate inosservate, anzi hanno fatto il giro del mondo. Una sorta di ‘brand activism’ per prendere posizione su ciò che è accaduto durante la preparazione della kermesse qatariota e distaccarsi totalmente dai valori di chi ha organizzato il torneo.

Il CEO di BrewDog ha poi voluto concludere affermando. “La Coppa del Mondo è un altissimo momento di sport, con tutti i valori a ciò annessi e connessi, e come tale va guadagnata, cosa che mi sembra non sia accaduta per il Qatar che, oggettivamente, non mi sembra molto ‘qualificato’ per ospitare queste finali”. Per essere chiari, amiamo il calcio. Quindi unisciti a noi. Brindiamo ai giocatori. Ai fan. Alla libertà di parola. Totalmente contro a chi pensa che un Mondiale in Qatar abbia senso“.

Una presa di posizione tanto forte, ma anche molto significativa che potrà sicuramente far riflettere i tanti appassionati di calcio che seguiranno i Mondiali.

Tommaso Ferrarello

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