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Bellinazzo a TVPLAY: “Attenzione, il calcio rischia di diventare mero intrattenimento, bisogna fare qualcosa”

Marco Bellinazzo

Marco Bellinazzo è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it in onda su Twitch nella trasmissione TvPlay.

Il giornalista Marco Bellinazzo, è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it su TVPlay. Le sue parole per parlare del suo nuovo libro e dei problemi del calcio.

Marco Bellinazzo
Marco Bellinazzo a TvPlay

LE PAROLE DI MALAGO’ – “Chi è stato presente anche solo a margine di un’assemblea della Lega Serie A sa che bastano pochi secondi per perdere la pazienza. La gestione condominiale e non manageriale è uno dei problemi del calcio italiano. Le dichiarazioni vanno contestualizzate, penso i problemi siano ben altri. Allora va bene tutto? Nel 2018 ho scritto un libro che ho intitolato La Fine del Calcio Italiano, con nomi e cognomi, capisco benissimo l’osservazione, ma il problema vero è che i magistrati si sono fermati, perché fino a quel momento non esisteva il concetto di corruzione tra privati, quindi oltre non potevano scavare“.

IL NUOVO LIBRO – “Ci sono tanti scatti in cui sono raffigurati Infantino, Salman e Putin. Le Guerre del Calcio parla di tutta una serie di soggetti che di fronte a un calcio mutevole dal punto di vista economico questo calcio è diventato oggetti di assalti e conquista da parte di fondi governativi, fondi che hanno solo interessi speculativi, colossi dello streaming che fanno soldi sulla passione dei tifosi. Non nego il ruolo industriale del calcio, se vogliamo salvare il calcio come fenomeno sociale però bisogna rimettere al centro il ruolo dei tifosi. Non faccio un discorso passatista, ma credo ci siano strumenti, e li ho indagati nel libro, che possono permettere di creare nuovi patti tra proprietà i tifosi. Perché il calcio ha un ruolo collettivo talmente importante che non può essere ridotto a mero intrattenimento come accadrà fra 10 anni se non interveniamo. La mia preoccupazione è che esiste una scarsa consapevolezza nelle democrazie occidentali del ruolo dello sport, mentre nei paesi autocratici questa coscienza c’è; quindi, se i Mondiali vanno in Russia, in Qatar, se l’Arabia Saudita si candida ai Mondiali 2030… bisogna che le istituzioni calcistiche rompano l’ipocrisia.

TERZO MANDATO INFANTINO“Non ce l’ho in particolare con lui perché a livello di industria del calcio sta portando avanti quanto già fatto da Blatter. C’è in atto da tempo una vera battaglia tra il potere politico, con la defenestrazione di Blatter attuata con l’aiuto degli Stati Uniti, e la UEFA, che ha il potere economico. Da qui capite tra Superlega e dichiarazioni contro Infantino e il Mondiale capite che lo scopo unico è ridurre il potere economico della UEFA. Bisogna andare verso una più equa ridistribuzione e le stesse istituzioni sportive non ci possono più raccontare che il calcio non è politico. È un fenomeno sociale. Dunque il CIO, la FIFA, la UEFA, quando si assegna un Mondiale, un Europeo, un Olimpiade, ricordo che quelle invernali sono andate alla Cina dove c’è stato un boicottaggio anche lì per i diritti umani, è giusto chiedere un minimo di rispetto per certi diritti, perché il peso politico di un evento del genere è enorme. Quindi non ci si può limitare ad auspicare la pace, ma si può fare qualcosa di più concreto, poi chiaro che non si può portare la pace, ma si può portare a quei cittadini dei segnali più positivi”.

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