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Carcarino a TvPlay: “Ecco perché il Brasile funziona e l’Argentina no. Su De Zerbi…”

carcarino 25112022 tvplay

Massimo Carcarino è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it. Sul tavolo di discussione il mondiale e le varie nazionali. 

La differenza tra Brasile e Argentina, l’identità della Spagna e quella di Roberto de Zerbi: il match analyst Massimo Carcarino è intervenuto ai nostri microfoni. Queste le sue parole:

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SUL BRASILE – “Il Brasile storicamente nonostante sia stato etichettato come squadra di talento, che è vero, se vedi la rosa vedi anche tanta quantità. Non mi aspettavo Paquetà con Casemiro con quegli attaccanti, ma il Paquetà dopo Milano si è modificato. Però mi ha spiazzato la scelta, mi aspettavo Fred per giocare con Casemiro. Il Brasile nella mia griglia l’ho messa come favorita. Ha qualità, quantità e un pacchetto difensori clamorosi. Basta pensare che c’è Bremer in panchina. Marquinhos è uno dei migliori difensori al mondo, Silva neanche a parlarne, ha un gran portiere.. se pensi che davanti dalla panchina entra Anthony, poi Fred, Guimaraes..  E’ una squadra con un talento clamoroso che fa protetto. Per mantenere quella qualità ci vogliono due tre giocatori di esperienza che tengano l’equilibrio. La Nazionale non è il club. E’ una squadra che dà un grande senso di maturità. Anche storicamente il Brasile ha sempre mixato le cose, poi rubano gli occhi perché hanno attaccanti particolari”

SULLA SPAGNA – “E’ la squadra che seguo di più, con un calcio che mi piace. E’ una squadra che ha un’identità da club. Hanno metodologia diversa, con un allenatore da club che ricerca identità. Non cambia identità di fronte all’avversario, lo vedrai. Ha qualche difetto, ma più come ruoli e posizioni, ha giocato con Rodri difensore centrale…non so se con la Germania lo ripropone. Quello è quello che mi fa spostare la linea verso il Brasile la vedo più completa. Ma come identità la Spagna è inarrivabile. Poi anche a loro manca un grande centravanti. Nelle partite non so se questo può spostare. Già con la Germania sarà importante. Secondo me manca qualcosa in difesa…un giocatore anche veloce. Laporta e Pau sono bravi ma un po’ lenti. Dopo l’Argentina, per affetto, a me piace la Spagna. Aspas? Sa fare gol. Il più bravo per me è Moreno, ma è infortunato. Aspas però cuce poco il gioco. Lui è più un giocatore da profondità. Io mi aspetto o Ferran Torres centravanti o Olmo contro la Germania”

SUGLI ATTACCANTI – “Il calcio senza il numero nove non va…gli attaccanti fanno vincere le partite. Io il City lo adoro, e Guardiola è il più grande di tutti…ma gli contestavo la cosa del numero nove. Per esempio all’inizio con il Sassuolo segnavamo poco per la nostra mole di gioco, poi abbiamo preso Caputo e la cosa è cambiata. Haaland e Nunez? Me li aspettavo a maglie invertite. Haaland allucinante”.

SU OSIMHEN – “Io l’ho visto quando giocava al Wolfsburg, poi è andato al Lille. Si vedeva che era uno destinato a fare una grandissima carriera se non perde la fame che lo contraddistingue. I limiti si possono sempre migliorare. Sorridevo quando dicevano che il Napoli senza di lui stava andando bene. Ti assicuro che preparando le partite contro di lui non si dorme la notte.”

SU JESUS E RICHARLISON – Jesus è un giocatore più associativo, si muove, è imprevedibile. Richarlison si mette li, magari non la tocca per un’ora di partite ma poi segna in rovesciata. Ma quelle sono anche sensazioni degli allenatori.”  

SU LEAO – “C’è imprevedibilità quando lo si affronta. Quando preparavamo la partita sapevamo che era pigro, quindi in uscita preparavamo su di lui. Ora però è cresciuto, e tante volte Pioli lo libera da compiti difensivi. Può fare di più, m ho la sensazione che lui sia questo. E’ geniale nella sua discontinuità. Non è detto che con la continuità avrebbe gli stessi colpi. Impressionante dal punto di vista fisico. Sa di avere tanto talento. A volte può essere irritante, ma io lo prendo sempre. Deve migliorare nelle scelte finali. Si specchia troppo…è talmente più bravo che ogni tanto si dimentica di essere concreto”

SU DE ZERBI – “Sento lo staff, sono molto legato. Si stanno trovando bene. E’ una società organizzata con idee simili alle sue. Riuscirà a portare le sue idee. Il Brighton è un posto adatto a lui. Loro già partivano da un’idea del vecchio allenatore. Roberto ha trovato una base e ha continuato su quello aggiungendoci del suo.  Obbiettivi? Si deve divertire. E’ fatto così. Non è andato mai dietro alla moda delle squadre. Si vede dalle scelte che ha fatto…Shaktar, Brighton…va dove si diverte. E’ un meticoloso. Ci mette passione. Va dove si sente desiderato. E’ più adatto all’estero, dove c’è meno pesantezza”.

SULL’ARGENTINA – “Non può giocare con tutti quegli attaccanti. Vanno troppo piano. Serve aiuto anche dietro, non solo davanti. Quattro attaccanti, a centrocampo Paredes che non gioca da tanto…davanti di Maria senza condizione, Gomez, Messi che ti presa con gli occhi…all’Argentina manca equilibrio. Ecco la differenza con il Brasile. Di Maria è un giocatore fantastico, ma non lo ha più nelle gambe di tornare dietro come un Raphinha. Simeone? Ci poteva stare…ma devi sempre associare. Fin quando ci sono Messi e Di Maria poi gli altri devi assembrarli bene…in campo c’era anche il Papu che erano anni che non giocava in fascia. La vedo messa male dal punto di vista degli uomini. Devi sostenere 4 attaccanti di cui 3 vanno piano. Perché erano primi nei pronostici? Messi sposta tutte le prospettive”. 

SU LOCATELLI – “Locatelli si deve recuperare. Si è un po’ perso. Ha subito il peso di andare alla Juventus. Ha scelto lui, poteva andare anche altrove. Ha scelto di giocare in un calcio diverso da quello che faceva lui. Non è un tutto-campista, ma è un giocatore che se gli stringi il campo è top. Aprendo il campo invece soffre gli spazi grandi. Piano piano però si sta ritrovando. Il suo ruolo? Mix tra mediano e play”  

SU MESSI“Devi costruirgli una squadra che corra intorno a lui”

SU FRATTESI – “Per conoscere i giocatori devi allenarli. De Zerbi si è sbagliato con lui? E’ un errore che facciamo tutti pensare che non sia in linea con quello che facciamo. Davide con Roberto è sempre stati di passaggio. Poi è rimasto, ma De Zerbi non c’era più. Nei primi mesi dell’anno scorso faceva difficoltà. Poi ci ha messo lavoro e fame, e si è inserito. Devi prima conoscere l’uomo e valutare se è forte. Io lo prenderei sempre. E’ diverso da tutti gli altri.”. 

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