Serie A, corsa al nuovo stadio: Roma batte Milano. Il motivo. Alla questione degli impianti di proprietà è legato il futuro del calcio italiano
Il calcio italiano è arrivato a un bivio. Tra imposte da versare all’Erario e aumento vertiginoso dei costi dell’energia, i club professionisti sono alle prese con uno dei periodi più difficili della loro storia recente. La richiesta fatta al Governo di rinviare il pagamento delle tasse è stata bocciata e molte società si trovano con l’acqua alla gola.
Una delle strade che i club dovrebbero percorrere per uscire da una crisi, economica e patrimoniale, altrimenti destinata a protrarsi ancora a lungo è lo stadio di proprietà. Un nuovo impianto da vivere non solo in occasione dell’evento sportivo, ma fruibile per l’intera settimana. Un vero e proprio luogo di aggregazione in grado di attrarre l’interesse dei cittadini.
In una sorta di gara a chi riesce a realizzare prima un nuovo impianto, soprattutto tra le cosiddette grandi del nostro campionato, a sorpresa la Capitale appare in netto vantaggio nei confronti di Milano. Almeno per ciò che riguarda la sponda giallorossa del Tevere, la corsa a costruire lo stadio di proprietà vede la Roma scattare in pole position rispetto alle concorrenti.
Mentre i rivali cittadini della Lazio stanno verificando la possibilità di farsi assegnare dal Comune di Roma il meraviglioso Stadio Flaminio, il club del presidente Dan Friedkin corre a grandi passi verso la realizzazione del nuovo impianto che sarà costruito nel quartiere popolare di Pietralata.
Mentre a Milano il progetto congiunto di Inter e Milan si è incagliato sulla ‘questione Meazza‘ – c’è chi spinge per la sua demolizione e chi invece si oppone con durezza a questa eventualità -, la Roma procede spedita con il progetto Pietralata.
Stanno andando avanti speditamente gli incontri tra i tecnici della Roma e quelli del Comune per arrivare quanto prima alla conclusione di questa prima fase dell’iter amministrativo, quello della Conferenza dei Servizi Preliminare.
E dal Campidoglio addirittura filtra una possibile data per la conclusione ufficiale dei lavori della Conferenza e il passaggio alla fase successiva, con la delibera di pubblico interesse da incardinare in Assemblea. Si parla infatti del 10 gennaio, subito dopo le festività natalizie. Tempi rapidi, dunque, a differenza di Milano.
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