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Mondiale 2022, è il migliore di sempre? L’incredibile statistica ai quarti di finale

Giunti ai quarti di finale, un dato ben preciso dimostra la bellezza del Mondiale in corso: perché sorridono anche FIFA e organizzatori.

Grazie alla vicinanza geografica tra gli stadi che in Qatar stanno ospitando le partite del Mondiale, il presidente della FIFA Gianni Infantino potrà assistere – e probabilmente lo farà – a tutte le 64 partite dell’evento calcistico più importante di tutti. Già per le 48 partite dei gironi, il presidente non ha mancato neanche un match. E alla vigilia dei quarti di finale ha gonfiato il petto, parlando della fase a gironi passata come “la migliore nella storia dei Mondiali”. Verdetto opinabile? Forse sì, ma con un’importante precisazione da fare.

Mondiale 2022, è il migliore di sempre? L’incredibile statistica ai quarti di finale (Ansa)

La spedizione in Qatar delle squadre, vietato dimenticarlo, è iniziata tra le polemiche, e non solo per le questioni extra-campo riguardanti le regole imposte dal paese ospitante per i tifosi, o ancora prima le cattive condizioni a lavoro degli operai che hanno contribuito alla costruzione degli impianti. A far discutere, infatti, è stata anche la collocazione in calendario del Mondiale, che ha “spezzato” i due la canonica stagione dei campionati soprattutto europei.

Eppure, mentre il Mondiale si avvicina alla sua conclusione, e così anche alla fase forse più avvincente, c’è una statistica che può far sorridere la FIFA ed il suo numero 1. Senza tornare indietro ai gironi, un numero in particolare dimostra come, per certi, questa edizione del torneo potrebbe davvero passare alla storia come una delle migliori di sempre, se non la migliore in assoluto.

Mondiale 2022, spettacolo assicurato ai quarti: il ranking FIFA non mente

Mondiale 2022, spettacolo assicurato ai quarti: il ranking FIFA non mente (Ansa)

Senza l’Italia, probabilmente, agli occhi di molti compatrioti il Mondiale perde d’appeal. E lo stesso vale anche per molti allenatori e giocatori che, pur trovandosi sulla strada una potenziale rivale in meno, hanno espresso dispiacere (difficile capire quanto sincero) sull’assenza degli azzurri in Qatar. Ma alla fine, come cantavano i Queen, the show must go on”.

E lo spettacolo, con buona pace degli allenatori dei club, disperati per non avere a disposizione i propri giocatori, è stato tutt’altro che deplorevole, per i vertici della FIFA e gli organizzatori. Inoltre, quanto si sta vedendo in campo, almeno prima dei quarti di finale, dà assolutamente ragione al tanto discusso ranking FIFA per la prima volta dal lontano 1994.

L’impressionante dato sul ranking

Il ranking, a onor di cronaca, è stato istituito alla fine del 1992, con la prima classifica ufficiale che sul sito segna la data 31 dicembre 1992. Ciò vuol dire che il primo Mondiale con il ranking esistente è stato quello del 1994 negli Stati Uniti. E bisogna tornare proprio indietro a 28 anni fa, per trovare un campo di partecipazione, ai quarti di finale, così di alto livello ed allo stesso tempo aderente ai valori della classifica.

Se consideriamo anche la Croazia (12esima), in Qatar, sette delle ultime otto squadre rimaste sono tra le prime 12 posizioni. Meglio, appunto, si era fatto solo nel 1994, con sette squadre delle prime 10 tutte ai quarti di finale. Basti pensare che, nelle ultime due edizioni (Brasile 2014 e Russia 2018) le Top-10 qualificate ai quarti erano tre, mentre oggi quel numero è raddoppiato.

Solo nel 2006 in Germania e nel 2010 in Sudafrica ci si era avvicinati al numero di oggi, con cinque delle prime 10 (ed anche delle prime 12) tra le ultime otto del Mondiale. Per il resto, in Corea nel 2002 ed in Francia nel 1998, le Top-10 del ranking arrivate ai quarti erano state rispettivamente due e tre.

Questo risultato non può che influire sul giudizio di quanto visto in campo fino ad ora, sia agli occhi degli appassionati che degli addetti ai lavori. In fondo, per la prima volta dal 1994 ci saranno anche quattro Top-5 di scena nei quarti (Brasile, Argentina, Francia ed Inghilterra). Negli States, addirittura, erano presenti tutte e cinque, e alla fine vinse il Brasile. Chissà che questi numeri non aiutino anche i colori verdeoro, a caccia dello storico sesto titolo.

Samuele Diodato

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