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Gallinelli: “Sul caso D’Onofrio Trentalange ha tenuto la giusta condotta, non era a conoscenza dei fatti”

Paolo Gallinelli

L’avvocato del presidente dell’AIA Trentalange, Paolo Gallinelli, ha parlato del caso D’Onofrio ai microfoni di calciomercato.it in onda su Twitch TvPlay. 

Durante la diretta Twitch di Calciomercato.it su TvPlay l’avvocato del presidente dell’AIA Trentalange, Paolo Gallinelli, ha parlato del caso D’Onofrio. Queste le sue parole.

Paolo Gallinelli
Paolo Gallinelli a TvPlay

TRENTALANGE E IL CASO D’ONOFRIO – “Sapeva chi era D’Onofrio ma non poteva sapere cosa avesse fatto. D’Onofrio l’unico periodo in cui è stato ristretto in carcere, quindi non agli arresti domiciliari, è stato dal 25 maggio al 15 settembre 2020 era componente della commissione di disciplina dell’AIA, quindi la domanda è da fare un po’ più indietro nel tempo. Credo non si possa scaricare tutto quanto sull’attuale presidente dell’AIA. L’AIA non ha avuto alcuna comunicazione, mi riferisco all’attuale presidente dell’AIA che credo sia giusto che non si sia dimesso, non vedo rilievi da fare sulla sua condotta. Come mai nel 2020 è stato ristretto per quattro mesi in carcere, non poteva fare collegamenti in remoto o riunioni, ed era componente della commissione disciplina senza che nessuno si accorgesse di questa sua doppia vita? Poi con il senno di poi è tutto facile, il poi è il dopo il nuovo arresto. Ci fosse stata una qualche mancanza credo che Trentalange si sarebbe dimesso immediatamente”.

PRESIDENTE AIA – “Quanto succede ovviamente non è bello perché viene ventilato un commissariamento, per ora solo a livello di media e senza contradditorio. Si è parlato della trasmigrazione della giustizia arbitrale nell’ambito della giustizia federale, per questo mi sembra frettoloso parlare di commissariamento alla luce poi della condotta di Trentalange. Stiamo lavorando insieme a colleghi di altissimo livello. La prima cosa fatta immediatamente è chiedere l’audizione alla Procura, ci sono elementi che possono essere sfuggiti visto che le indagini sono state repentine, quello che dico è che c’è stato un consiglio federale in seguito a questa situazione che riguarda D’Onofrio e che stando agli atti è una situazione personale criminale ma che non riguarda il presidente dell’AIA. E’ una responsabilità attualmente di posizione quella del presidente dell’AIA”.

RICOSTRUZIONE – “Nel 2020 Trentalange era responsabile del settore tecnico, D’Onofrio in quell’anno, dal 25 maggio 2020 al 15 settembre del 2020 è stato arrestato e non era Procuratore ancora, entrambi avevano posizioni diverse. La Procura Federale ha fatto richieste andando a ritroso perché tutti quanti non sapevano la condotta di D’Onofrio, non solo Trentalange”.

CHI FA USCIRE CERTE INFORMAZIONI – “Si parla di diritto di cronaca in questo caso sportiva, non parlo di processi mediatici. Anche Nicchi non aveva probabilmente elementi sostanziali, Trentalange all’epoca non aveva competenze, il settore tecnico si occupa della formazione degli arbitri. Dal 2009 al 2020 D’Onofrio è stato componente della commissione disciplinare nazionale degli arbitri, non nominato da Trentalange”.

PROCESSI – “Spesso il lavoro non è in malafede, credo i fatti abbiano preso tutti alla sprovvista, anche la Procura Federale della FIGC. Poi dopo possono magari sfuggire delle cose, magari pensiamo delle cose in buonafede ma poi si rivelano errate e vengono smentite da documenti. Trentalange ha portato più controlli, per esempio la cosa dei curriculum, che fino alla gestione Trentalange non venivano neanche richiesti”.

DIMISSIONI – “Se avesse avuto una minima informazione di quanto accaduto nel 2020 o dopo sicuramente avrebbe fatto qualcosa, non faccio accuse alla precedente gestione. Dopo il secondo arresto Trentalange lo ha subito sospeso e D’Onofrio era dal 2009 componente della commissione disciplinare dell’AIA e Trentalange non ha trovato nessun riferimento ai fatti del 2020″.

 

 

 

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