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Serie A, la decisione sulle seconde squadre: perché è la soluzione giusta

Ex Serie A problemi

La Serie A e le seconde squadre. Lunedì si riunirà il Consiglio Federale per decidere: perché sono importanti per la crescita del nostro calcio.

La giornata di lunedì sarà un crocevia fondamentale. Il calcio italiano potrebbe subire una piccola rivoluzione. Si riunirà infatti il Consiglio Federale per decidere sulla costituzione di nuove seconde squadre in vista della prossima stagione.

Ex Serie A problemi
Serie A – TvPlay.it

La Lega Serie A dopo il Consiglio di giovedì ha infatti inviato un documento alla Federazione che, tra le altre cose, invita la FIGC a prendere in esame la modifica di alcuni punti fondamentali per favorire l’iscrizione di nuove seconde squadre oltre alla Juventus.

Tra le richieste principali c’è quella riguardante una quota d’iscrizione più bassa. Ad oggi un club di Serie A che vuole iscrivere una seconda squadra al campionato di Lega Pro deve infatti pagare un milione e 200mila euro.

L’importanza delle seconde squadre

Miretti, seconde squadre
Miretti, uno dei ‘prodotti’ delle seconde squadre (ANSA)

La Federazione dovrebbe cercare il più possibile di creare il terreno fertile per l’iscrizione di altre seconde squadre al campionato di Serie C. Esse infatti potrebbero rivelarsi come un passo fondamentale per la crescita del nostro movimento calcistico. Il passaggio dalla seconda squadra è infatti potenzialmente utilissimo per tutti i club. A spiccare è la sostenibilità economica dettata dalla creazione di giocatori in casa, ma non solo. Si eviterebbe anche di disperdere tanti calciatori che, dopo essere cresciuti nei settori giovanili delle principali squadre italiane, si ritroverebbero a fare i conti con un futuro troppo incerto tra la Serie D e la Lega Pro.

La seconda squadra, infatti, sarebbe parecchio allenante e ridurrebbe il notevole gradino che c’è tra la Primavera e il professionismo. Una sorta di scuola da cui è fondamentale passare prima di spiccare definitivamente il volo. E’ inoltre opportuno pensare che a molti ragazzi questa possibilità gioverebbe parecchio e permetterebbe una crescita più graduale, piuttosto che finire nel tritacarne delle categorie minori, dove la continuità di rendimento e, di conseguenza il miglioramento calcistico, sono ampiamente rallentati.

L’esempio della Juventus è più limpido che mai. Dalla Juve NextGen, la formazione U23 bianconera, sono usciti Miretti e Fagioli, due talenti che stanno trovando spazio in prima squadra e che hanno anche esordito con Mancini. A dimostrazione che le seconde squadre sono dunque molto importanti, e come spesso accade, in Italia manca il coraggio di provare qualcosa di nuovo, qualcosa che può dare i suoi frutti tra diversi anni e non nell’immediato. Finché non ci sarà un drastico cambiamento della mentalità sarà dura trovare terreno fertile per la nascita di altre seconde squadre.

La Federazione deve mettersi in prima linea per guidare questo cambiamento che, sulla scia dei principali campionati stranieri, porterebbe tantissimi risvolti positivi per il nostro movimento calcistico.

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