Milan, il rinnovo di Leao tiene banco. Non è solo questione di cifre: la partita è molto più complessa. Anche in ottica futura. Gli scenari.
Rafael Leão vede il Milan, ma il Milan sembrerebbe non vedere lui. Un gioco di sguardi non corrisposto in cui dietro c’è molto altro. Ormai la situazione del portoghese non rientra più nemmeno nella casistica dei mal di pancia: le sirene di mercato non si placano, ma non è soltanto un discorso legato a eventuali principi. Leão non sta resistendo alle tentazioni: il calciatore prende tempo, che è molto diverso. Non chiude la porta a nessuno – compreso il Milan – perchè vuole capire quanto e chi vuole scommettere sul suo futuro.
È nella fase più calda della propria carriera: quella dove le domande devono vere risposte e per il calciatore anche il silenzio può essere una risposta risolutiva. Tradotto: se il Milan tace, ci sarà qualcun altro disposto ad acconsentire. Leggere Germania e Inghilterra: sia dalla Bundesliga che dalla Premier League sarebbero disposti a fare follie pur di avere l’attaccante in squadra. Ancor più dopo il Qatar che ha dimostrato come, in Portogallo, la nuova frontiera del talento cominci per L.
Unica taglia che calzerebbe a pennello per il Milan, ma Leão esige un adeguamento contrattuale. 7 milioni annui, non di più. Forse si potrebbe ottenere qualcosa attraverso i bonus, ma i rossoneri non vogliono spingersi oltre. Causa: il Fair Play Finanziario. La situazione è critica per tutti: l’inchiesta Juve ha lanciato il campanello d’allarme, ma non è solo questo. È anche la necessità di non tirare troppo la corda: i rossoneri vogliono far capire che tutti sono utili e nessuno è indispensabile. Çalhanoğlu insegna.
Si vuole evitare lo stesso epilogo, ma non ad ogni costo: una prospettiva in tal senso la fornisce il procuratore Lodovico Spinosi intervenuto ai microfoni di TvPlay: “È chiaro come adesso la Serie A non sia più una prima scelta come un tempo: se hai offerte da mezza Europa, rischi di fare confusione. Il papà di Leão aspetta il Milan, ma quest’estate potrebbe essere un’occasione per le altre squadre”. Il campanello d’allarme comincia a squillare: i rossoneri devono evitare che la sirena suoni più del dovuto. C’è tempo per farlo, purché non sia troppo e soprattutto le idee siano chiare. Tra il dire e il fare c’è di mezzo un ingaggio.
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