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Milan ancora flop: i 3 problemi da risolvere per tornare a vincere

Published by
Luigi Pasquariello

Milan, dopo il pari con la Roma flop in Coppa Italia contro il Torino: ecco i problemi che i rossoneri devono risolvere per tornare alla vittoria

Se due indizi fanno una prova, allora per il Milan si apre una mini-crisi proprio nel periodo in cui è chiamato a un tour de force. Sabato pomeriggio i rossoneri faranno visita al Lecce, che non perde dal 29 ottobre scorso (ko casalingo contro la Juventus) e che già si è preso gli scalpi illustri della Lazio e dell’Atalanta, per poi volare a Riyad, capitale dell’Arabia Saudita, mercoledì 18 gennaio, per la finale di Supercoppa italiana contro i cugini nerazzurri prima del match contro la Lazio, all’Olimpico, per l’ultima giornata del girone d’andata della Serie A.

Milan, problemi da risolvere (TvPlay.it)

Insomma, la stagione dei rossoneri, dopo il mezzo passo falso contro la Roma e l’eliminazione agli ottavi di finale di Coppa Italia al 114′ per mano di un Torino in inferiorità numerica dal 70′ minuto, è già a un bivio. Avendo già detto addio alla Coppa Italia, i rossoneri non possono permettersi altre battute d’arresto. Urge rialzare la testa e tornare alla vittoria.

Già, facile a dirsi. Ma, in concreto, cosa deve fare il Milan per riassaporare il gusto della vittoria per non perdere ulteriore terreno in campionato (è a meno 7 dalla capolista Napoli, seconda piazza in coabitazione con la Juventus) e soprattutto alzare al cielo la Supercoppa italiana?

Milan ancora flop. Primo: risolvere il rebus De Ketelaere

Ormai puntare il dito contro Charles De Ketelaere è come sparare sulla Croce rossa. D’altronde, il belga non fa nulla per “disarmare” i suoi critici. Ieri sera altra occasione sprecata dall’ex Bruges: mai nel vivo dell’azione, mai incisivo, non un guizzo, un colpo d’ala se si eccettuano il palo colpito con un colpo di testa all’indietro e una botta dalla distanza, allo scadere del primo tempo, neutralizzata senza grosse difficoltà da Milinkovic-Savic.

Charles De Ketelaere (TvPlay.it)

Dispiace addossare tutte le responsabilità ma il giovane belga denuncia anche un preoccupante deficit di personalità. Ogni volta che viene chiamato in causa dovrebbe “mangiarsi l’erba“, “spaccare il mondo“, invece è sempre compassato limitandosi a ciondolare per il campo se vi fosse stato catapultato per caso.

No, così non va. Eppure, in casa Milan il belga viene difeso a spada tratta, forse anche per non correre il rischio di svalutare il loro oneroso investimento. Ultimo in ordine di tempo, ai microfoni di “Sportmediaset” poco prima del fischio d’inizio di Milan-Torino, è stato il Ds Paolo Maldini:

“Non si può pensare che un giocatore di 21 anni, con cinque stagioni di contratto, su cui c’è stato un investimento a lunga scadenza, che una partita di Coppa Italia sia l’ultima spiaggia. Questo credo sia sbagliato, dobbiamo essere equilibrati. Abbiamo visto tante volte che bisogna aspettare, la questione Tonali ha insegnato tanto a tanti, questi giocatori sono giovani e devono trovare qualcosa di diverso prima di arrivare al Milan“.

Difficoltà del belga che si sommano a quelle dei rossoneri nel trovare la via del gol contro le difese schierate come ieri sera a San Siro. Quando Leao o Theo Hernandez non accendono la luce, la manovra rossonera diventa prevedibile mentre il geometrico palleggio stucchevole e fine a se stesso. Se poi si considera che Giroud non può prendersi un turno di riposo (anche dal marcare il tabellino dei marcatori) perché non ha un valido sostituto nel ruolo di goleador, allora tutti i nodi milanisti vengono al pettine.

In definitiva, mai come in questo frangente si avverte il peso dell’assenza di Zlatan Ibrahimovic. E forse il rientro dello svedese, anche solo per la sua capacità in virtù del suo carisma e della sua riconosciuta leadership di aumentare l’autostima dei compagni con la sua sola presenza in campo, è la chiave per risolvere il rebus milanista.

Luigi Pasquariello

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