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Spalletti, svelato il segreto del successo: così “spiava” i suoi calciatori

Luciano Spalletti

Il cammino del suo Napoli è sotto gli occhi di tutti e mentre tutti dividono i meriti, c’è chi esalta i pregi del tecnico toscano

Quelli di Victor Osimhen e Khvicha Kvaratskhelia sono i primi nomi che vengono in mente quando si guarda la classifica e si vede il distacco che il Napoli ha preso sulle avversarie: alla vigilia del match casalingo contro la Cremonese, valido per la 22esima giornata di campionato, i partenopei si trovano a +13 dall’Inter, che occupa il secondo posto nella graduatoria di Serie A. Quella di Luciano Spalletti è una squadra che in questa stagione ha collezionato record su record e riesce a portare a casa i risultati mostrando anche un bel gioco.

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti (TvPlay)

E’ pertanto inevitabile evidenziare il lavoro del tecnico che sì, vanta nomi importanti in rosa, ma allo stesso tempo è riuscito a dare un volto a questo Napoli, formando un gruppo che dà lezioni in campo partita dopo partita. Ecco quindi che oltre ai big, un elogio particolare va al mister che, dopo la delusione della scorsa annata per aver mollato anzitempo la corsa-scudetto, quest’anno guarda tutti dall’alto.

Carnevale: “Ha metodi di lavoro straordinari”

Tra i tanti che sottolineato l’operato di Luciano Spalletti c’è chi lo conosce bene ed anche se ora i due sono lontani (geograficamente) la stima tra loro è rimasta immutata. Intervenuto a Legends, programma su Canale 8, l’attuale dirigente dell’Udinese ha ricordato gli inizi del tecnico toscano e così Andrea Carnevale ha iniziato il suo elogio: “A Udine fece un lavoro straordinario, assicuro che è il più bravo che c’è, ha metodi di lavoro straordinari. Arrivava alle 9 di mattina e andava via alle 19:00. Programmava tutto, è un grande professionista e ha un grande carattere“.

Andrea Carnevale
Andrea Carnevale (TvPlay)

Ti attacca al muro, lo so perché l’ho vissuto – prosegue – .Dice le cose in faccia e ha grande personalità. Fece mettere i telefoni fissi ad alcuni giovani a casa, erano ragazzi che poi si sarebbero affermati, come Felipe, Muntari o Asamoah. Voleva verificare che a mezzanotte fossero a casa: questo per parlare della cura del dettaglio, li voleva già professionali“. D’altronde il racconto non stupisce visto che l’allenatore ha già conquistato due titoli in Russia con lo Zenit e aveva fatto vedere il suo spessore anche quando allenava la Roma e l’Inter.

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