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Dani Alves, l’ex Juventus è traumatizzato: perchè resta ancora in prigione

Dani Alves

Dani Alves alle prese con la custodia cautelare. Il calciatore resta a Brians, 40 km da Barcellona: il motivo non lascia alternative.

Dani Alves resta in stato detentivo. Il calciatore brasiliano è in arresto dallo scorso gennaio accusato di stupro per via di accadimenti che sarebbero avvenuti a fine dicembre all’interno di una discoteca. Pesano le accuse della ragazza che avrebbe additato l’ex Juventus come uno stupratore dopo una serata alcolica e che avrebbe visto Alves visibilmente alterato dall’alcol. L’entourage del calciatore si difende, ma non basta. In attesa del processo l’ex bianconero resta dov’è.

Dani Alves
Dani Alves ancora in arresto

Il motivo è semplice: le autorità temono che possa tentare la fuga in Brasile dove non potrebbe essere instradato. Una strategia fin troppo facile nel suo caso, dato che la condizione economico finanziaria gli permetterebbe un agio non indifferente. Viaggiare non sarebbe così difficile. Allora le condizioni non cambiano: dietro le sbarre fino a nuovo ordine. Il calciatore è in un luogo sorvegliato: nessuno può entrare, né tantomeno visitare la struttura previa richiesta specifica.

Dani Alves resta in carcere: la reazione dell’ex Juve

L’ex Juve, poi, non ha contatti con il mondo esterno. L’unico che Dani Alves vede è il suo legale: tutore che racconta di un giocatore frastornato. Il campione ormai è un ricordo del passato: resta un uomo senza apparenti riferimenti, si discolpa ma nessuno sembra credergli. Non ha fatto nulla, dice, quella ragazza l’avrebbe vista solo di sfuggita: le deposizioni, però, raccontano ben altro. L’assetto difensivo è pronto. Anche se gli esperti dicono che fatica a mangiare, addirittura a relazionarsi.

Dani Alves
Il brasiliano resta in stato detentivo (ANSA)

Un uomo che ha bisogno di ricominciare dai fondamentali: capire che non è ancora finita. La risoluzione di questo iter giudiziario è solo una parte del percorso. I legali fanno sapere che, appena ha saputo di dover restare in detenzione, non ha proferito parola per tutta la mattinata. Alves cerca di staccare la mente: essere altrove almeno così, ma non è facile. Ci sono degli step da fare, anche per ritrovare quella libertà che sembrava scontata.

Prima vedeva i campi come un gioco, ora sono una possibile via di fuga che resta nel cuore, nella coscienza e nella mente di un uomo che ha sempre avuto a che fare con la ribalta. Affacciarsi nel baratro destabilizza, a prescindere dagli esiti di una diatriba che sembra essere appena cominciata. Alves ha già l’affanno e non siamo nemmeno alla fine del primo tempo.

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