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DE LEO: “CON MIHAJLOVIC CI COMPLETAVAMO. SPALLETTI E GUARDIOLA DUE ARTISTI”

Sinisa Mihajlovic De Leo tvplay 28 febbraio 2023

Emilio De Leo, ex assistente tecnico di Sinisa Mihajlovic, intervenuto ai microfoni di TVPLAY_CMIT.

Sinisa Mihajlovic De Leo tvplay 28 febbraio 2023
Sinisa Mihajlovic ai tempi del Bologna (Ansa Foto)

“ESORDIO DONNARUMMA SCELTA CORAGGIOSA DI MIHAJLOVIC” – “Sicuramente c’è stato tantissimo coraggio da parte del mister, era un momento non positivo, quindi, sicuramente c’era una grande pressione e a maggior ragione aver puntato in quella circostanza su un ragazzo di sedici anni fu una mossa coraggiosa di Mihajlovic e ci fu una risposta matura, da campione da parte di Donnarumma, che trovò subito un assetto da campione iniziando la carriera che sappiamo”.

“MIHAJLOVIC HA AFFRONTATO CON GRANDE DETERMINAZIONE ANCHE L’ULTIMA BATTAGLIA” – “Resta sicuramente doloroso il ricordo, è passato un po’ di tempo e il tempo aiuta, non dico a razionalizzare, ma a spostare l’attenzione sui ricordi belli e sugli insegnamenti che mi ha trasmesso. Sicuramente la voglia di non mollare mai. La consapevolezza di pensare che tutto ciò che avveniva dentro e fuori dal campo dipendeva dalla dedizione che ci si metteva per obiettivi magari insperati. Con la volontà, l’impegno e il sacrificio nulla era precluso, la voglia di raggiungere il risultato era un qualcosa che andava oltre. Mi piace pensare che non abbia perso nemmeno in questa, chiamiamola così, battaglia, l’ha affrontata con la sua determinazione, che ci ha trasmesso, e così non sarai mai sconfitto perché avrai dato tutto”.

“SPALLETTI E MANCINI DUE ARTISTI” – “In quel periodo era un altro Manchester City, che stava partendo in termini di investimenti, di approccio manageriale differente, l’impronta italiana in termini organizzativi e tattici è stata determinante per la credibilità che ha preso il City a livello internazionale. La difficoltà maggiore a volte è proprio riuscire a rompere il trend non da squadra vincente, Mancini è stato bravissimo in quello. Poi Guardiola è inutile che aggiungo altro, forse è Spalletti in Italia, hanno quel tocco artistico che mi piace tanto. La genialità l’originalità, la voglia di inventarsi qualcosa di nuovo è qualcosa tipico degli artisti e non solo degli istruttori. E’ bello studiarlo perché ti dà sempre letture diverse, un sistema di gioco che cambia continuamente. Il tocco artistico è legato tanto alla dinamica, all’identità del gioco, comprendere cosa può servire per valorizzare determinate attitudini e in questo Spalletti fin dai tempi di Udine è stato bravissimo. E poi la capacità di creare sintonia con il pubblico, così si crea quel circolo virtuoso tra spettatori, risultati, bel gioco”.

“BOLOGNA E NAPOLI ACCOMUNATE DALLA VOGLIA DI DIVERTIRE” – “Il Napoli attrae tutti, la qualità di gioco che sta mettendo oltre ai risultati è uno spot incredibile per tifosi e anche per i tecnici che lavorano quotidianamente nel mondo del calcio. Lo stesso Bologna in questo momento sta facendo benissimo, ovviamente sono ancora legato al Bologna. Il Napoli e il Bologna sono accomunate dalla voglia di esprimere un gioco gradevole. Tutte le squadre che lavorano così è giusto studiarle, Gasperini, Juric, Tudor che ora è al Marsiglia hanno fatto scuola, voglio vedere sempre una squadra capace di valorizzare la tecnica individuale, è quello il calcio che a me scalda il cuore”.

“SVANBERG ERA PRONTO PER UNA BIG ITALIANA” – “Da un punto di vista tecnico Svanberg può giocare in una grande italiana. Il problema è che in questo momento storico quando arrivano assalti da Germania o Inghilterra per i giocatori italiani diventa difficile trattenerli. Il Wolfsburg è stato bravo ad approfittarne e il ragazzo era contento della sfida. E’ un giocatore completo, ambidestro, di grande fisicità, negli ultimi tempi aveva trovato il gol, sarebbe stato un buon acquisto per le nostre big”.

“BELOTTI CON NOI HA VISSUTO LA STAGIONE MIGLIORE” – “Belotti è un ragazzo eccezionale, abbiamo avuto un’annata incredibile con lui, segnò 26 gol in campionato, ma segnarono tanto anche Iago Falque e Ljajic. Un 4-3-3 molto proficuo, purtroppo non riuscimmo a ottenere risultati nel finale di stagione, un peccato perché potevamo arrivare in Europa. In quell’annata Belotti ha vissuto forse la sua stagione migliore, era bravissimo nel prendere posizione, nell’aggredire la profondità. Le ultime stagioni sarò sincero non so bene cosa sia accaduto e non so quest’anno quali possano essere le difficoltà. Aveva però uno spirito incredibile. È chiaro che nella Roma poi deve sgomitare, quando ha le opportunità deve coglierle al massimo, poi non so dire tatticamente che contesto abbia. Se gli manca però una scarica di adrenalina ha l’uomo giusto affianco che è Mourinho. Dopo l’ultimo gol può ripartire per tornare quello che fu con noi a Torino”.

“CON MIHAJLOVIC A LIVELLO CARATTERIALE CI SIAMO COMPLETATI” – “Sicuramente era esigente e ci siamo completati in un certo senso, ci siamo completati per i caratteri diversi. Però riconosceva la lealtà. Se tu mostravi di essere un lavoratore, una persona rispettosa dei ruoli, lui lo sapeva bene ed era impagabile per lui, non c’era bisogno di troppe parole. Si capiva che tipo di professionista avevi dall’altra parte, era una persona schietta, sincera e leale, non è facile trovarne di così nell’ambiente. Bisognava solo caricarsi di senso del dovere e delle responsabilità quando necessario, questa era la base di un rapporto proficuo. L’ho seguito direttamente dalla Serbia in poi, collaboravo con lui già nella prima avventura al Bologna, poi dal 2012 sono stato affianco a lui”.

“TUDOR HA LIMATO TANTE COSE” – “Ci ha fatto una grande impressione, tra l’altro il suo assistente è Meiuri con il quale ho collaborato in passato. Poi è stato bravo a lavorare come match analyst e ora è con Tudor. Dal punto di vista tattico ripercorre il lavoro di Juric e Gasperini, un gioco aggressivo, con tanti uno contro uno. Mi è piaciuto perché ha idee chiare, dirette, sta arrivando tanto al suo gruppo. Poi come ha sottolineato ci sono stati momento in cui la società lo ha tutelato superato gli scetticismi, ora mi sembra molto sul pezzo. I ragazzi mi sembrano coinvolti, sta valorizzando ragazzi come Sanchez che è tornato ai suoi livelli, Veretout, Malinovskyi, ragazzi con caratteristiche particolari, per un certo tipo di calcio è fondamentale avere certe idee e che la società le supporti. Credo che sia pronto per una big italiana, poi non mi permetto troppo di entrare nelle valutazioni, andrebbero analizzati tanti aspetti. Vedendo un po’ il percorso che ha fatto in questi anni modificando anche certi aspetti tecnico tattici e limando certe cose caratterialmente sta procedendo bene, lo vedo con un ruolo ben definito, ha una bella presenza in campo, è autorevole anche in ambito societario”.

“ORSOLINI STA COMPLETANDO IL PROCESSO DI MATURAZIONE” – “Sicuramente ne sono felicissimo. Perché da una parte siamo partiti insieme ad Orsolini qualche anno fa dandogli tanta fiducia ed è bello che ora stia completando quel processo di maturazione. Sono contento però anche per lui perché è un grande professionista e un grande ragazzo. Quello che sto vedendo adesso è il completamento di un discorso iniziato qualche anno fa. Va dato tanto atto a Riccardo per quello che sta riuscendo a fare adesso”.

“QUESTO BOLOGNA CONTINUAZIONE DEL LAVORO INIZIATO ANNI FA” – “Tutta la partita non sono riuscito a vederla perché ho visionato la Salernitana con il Monza, ho guardato solo il primo tempo. Ha avuto sicuramente un ottimo approccio, con buona personalità di gioco, la volontà di giocare con la palla tra i piedi. Non è scontata per una squadra meno blasonata rispetto all’Inter. Mi ha stupito tanto e mi piace pensare che anche quella sia la continuazione di un lavoro cominciato anni fa. Quando siamo arrivati abbiamo ottenuto risultati con un 4-2-3-1 fatto di grande mobilità, per una squadra che era negli ultimi posti in classifica non era un qualcosa di scontato. Mi sembra si stia continuando su quel trend”.

“VOLEVAMO DARE DIGNITA’ AL NOSTRO CAMPIONATO” – “Sicuramente quel successo sull’Inter fu molto significativo, oggi lo è ancora di più, era un momento in cui non c’era il mister e ognuno di noi, io ancora di più in maniera diretta, aveva più responsabilità. Si era parlato poi in quel periodo per troppo tempo di un Bologna come vittima sacrificale della lotta Scudetto, giocammo con Milan, Inter, Juventus,  Roma, un ciclo terribile. Però erano tutti che parlavano del nostro impegno contro le squadre in lotta per lo Scudetto. Essendo professionisti dovevamo in primis fare punti per non finire sotto in classifica e poi dovevamo mostrare la bontà del lavoro fatto nel girone d’andata. Avevamo una serie di finali che andavano onorate. Poi il finale del video è diventato ancora più di impatto, perché ho sottolineato quanti sacrifici facciamo quotidianamente, quindi come l’Inter avevamo obiettivo. Poi durante un campionato si accumulano stress, frustrazioni, un qualcosa che riguarda tutte le squadre, facevo leva su questi fattori qua e poi è andata bene. Poche settimane dopo abbiamo pareggiato con la Juventus restando in nove e potevamo vincere anche lì. L’obiettivo nostro era anche trasmettere un po’ di gioia e serenità a Sinisa che era impegnato in una battaglia ben più importante. Abbiamo pareggiato con la Roma, battuto l’Udinese, non abbiamo praticamente mai perso dando dignità al nostro campionato”.

“VOGLIO INIZIARE LA CARRIERA DA PRIMO ALLENATORE” – “Sicuramente vorrei partire a questo punto da solo, era un’idea che stavo maturando da un po’ di tempo e credo di aver fatto un’esperienza molto lunga, sia in questi dieci anni, poi venivo da altri dieci anni a più bassi livelli, ho iniziato nei primi anni del 2000. Spero di trovare un contesto giusto e ritrovare quella creatività che credo di avere sempre avuto. Sono ottimista, ho avuto qualche contatto, vediamo quale possa essere la scelta migliore. Da giugno? Sì sicuramente perché sono ancora sotto contratto con il Bologna”.

“RAPPORTO CON MIHAJLOVIC INIZIATO AI TEMPI DI MANCINI ALL’INTER” – “E’ iniziato perché avevo rapporti con lo staff di Mancini ai tempi di Inter e Manchester City, sono stato in diverse circostanze a Manchester. Quando poi Sinisa ha iniziato ad allenare in prima persona aveva bisogno di un collaboratore per organizzare le sedute di allenamento e tramite Fausto Salzano fu fatto il mio nome. Da lì si è creata una stima finchè poi nell’avventura con la Serbia mi volle accanto a lui”.

“IN ITALIA DOBBIAMO AVVICINARCI AL CALCIO INTERNAZIONALE” – “Sicuramente mi auguro che anche i non addetti ai lavori possano fare carriera.  Mi auguro vinca sempre la meritocrazia, però parliamo di un sistema che andrebbe modificato in maniera ampia, non abbiamo gli stadi proprietà, ci sono problemi con i diritti televisivi, il nostro ambiente è una giungla dove chi è più spalleggiato riesce a uscirne. Altrove invece si riesce a programmare, in Italia ancora no, non vorrei ridurre il discorso a quello che c’è sotto, dove chi non è sponsorizzato non riesce a emergere. Questo è un aspetto, però poi c’è da parlare di tutto il sistema che non sempre funziona. Se andiamo a guardare il contributo tecnico, dobbiamo iniziare ad avvicinarci al calcio internazionale, anche a livello di strutture. Mi metto dentro direttamente, dobbiamo dare un respiro più ampio e anche essere meno dettagliati da un certo punto di vista tattico per essere però più ariosi, per avere più gusto in ciò che si fa”.

“IN QUESTO MOMENTO PIU’ FACILE INIZIARE LA CARRIERA ALL’ESTERO” – “In questo momento storico forse per un giovane allenatore è più semplice andare all’estero per trovare la propria dimensione. Non vorrei ragionare in questi termini, non è stata la mia storia, ma fuori c’è un metro più oggettivo delle capacità e del merito. La metodologia a livello internazionale viene sempre garantita. Ero un grande estimatore della periodizzazione tattica, che si era sviluppata in Portogallo ancora prima di Mourinho. A  quel tipo c’era una metodologia insegnata a scuola, nelle università, il Portogallo non raggiungeva nemmeno grandissimi risultati a livello internazionale, ma avevano fatto scuola. Poi c’è stata quella spagnola, c’è sempre quella olandese, quella belga. L’aspetto fondamentale poi è la coerenza, riuscire ad acquisire una metodologia indipendentemente dal risultato, in quel caso possono essere ampi i benefici nella valorizzazione dei giocatori, del comparto tecnico, questo ti tutela”.

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