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AVV. CASCELLA: “JUVENTUS, SENTO UNA STRANA ARIA. NON CREDO LOMBARDO RIENTRI NELL’AMBITO SPORTIVO”

L’avvocato Angelo Cascella, è intervenuto ai microfoni di TVPLAY_CMIT.

“SENTO UNA STRANA ARIA. NON CREDO LOMBARDO RIENTRI NELL’AMBITO SPORTIVO” – “Vorrei fare una precisazione. A mio avviso il contenuto di questa intervista (Lombardo, ndr) non credo che rientri nell’ambito sportivo. Mi era sembrato che fossero delle dichiarazioni rilasciate alla procura di Torino recentemente. Là dove tutto il fascicolo trasmesso da Torino alla procura della FIGC risale ai mesi precedenti. Per cui probabilmente questo non rientra nell’oggetto sino ad ora preso in esame dalla Federazione e che quindi è stato oggetto dell’impugnazione. Distinguiamo poi a prescindere da questo sempre il discorso sportivo da quello morale e da quello penale o civile. Io sento una strana aria. Mi sorprende che ci siano stati una serie di pareri di esimi colleghi rispettabili e di grande professionalità che hanno battuto molto su degli aspetti procedurali la dove ci si dimentica che noi parliamo di una giustizia domestica, di una giustizia, quella sportiva, che ha i propri canoni e tempistiche che non coincidono con quelle della giustizia ordinaria, penale o civile che sia. Pensiamo un po’ a calciopoli, quando la Juventus paventava un’impugnazione al Tar della questione delle condanne. Se ci fosse stata un’impugnazione al Tar avremmo avuto un giudizio, magari una sospensiva immediata, e poi 5 – 10 anni di causa per divenire poi alla sentenza finale. Questo non ha ragion d’essere nel diritto sportivo. E anche il grado di prova che è importante che deve essere raggiunto per considerare un reato compiuto nell’ambito sportivo non è certo quello dell’ambito penale. Quando si parla di “oltre ogni ragionevole dubbio”…questo non è nel diritto sportivo. Per cui le considerazioni che possono essere alla base di una pronuncia, sentenza sportiva non devono necessariamente essere le stesse che portano poi ad un grado di condanna o sentenza penale o civile”.

“DAL PUNTO DI VISTA PENALE SITUAZIONE GRAVE” – “Lungi da me il voler difendere la giustizia sportiva, per quanto si è visto in Italia. Voglio semplicemente dire che non possiamo valutare, seppur chiaramente nell’ambito delle rispettive posizioni il giudizio sportivo alla luce di quella che è la giustizia normale, ordinaria. Questo è un dato di fatto. Sono norme differenti che ovviamente si prestano a diverse tempistiche. Un giudice sportivo non ha il potere di effettuare un’indagine, un’intercettazione, un sequestro di documenti e quant’altro. E’ ovvio che la procedura sia diversa. Tant’è che a Roma la Federazione ha riaperto questo caso quando ha ricevuto quelle 14.000 pagine da Torino. Da questo punto di vista la difficoltà è quella di dover conciliare il rispetto del diritto con quelle che sono le tempistiche sportive, perché altrimenti sospenderemmo un campionato per 10 anni in attesa che ci sia una pronuncia della giustizia ordinaria nei confronti della Juve, faccio caso, piuttosto che del Canicattì su quale debba essere la sanzione da comminare. Per quanto riguarda il riferimento alla questione Palazzi era un suo parere, una sua opinione ma non c’era stata al momento alcuna decisione in tal senso. Per cui non c’era stato l’Iter che poi avrebbe portato ad un’ipotetica condanna dell’Inter. Era un suo parere, era lui il rappresentate dell’accusa e quindi faceva il suo dovere. Guardando quelle che sono le deposizioni pubblicate oggi sul riferimento a Lombardo rabbrividiamo tutti pensando a quello che è successo. Però una cosa è una sua deposizione di questo tipo, poi bisognerà vedere se sia fornita anche di prova, e un altro è quello che poi verrà deciso. Sicuramente dal punto di vista penale la situazione è molto grave ritengo. Per cui bisognerà vedere cosa succederà nell’ambito del processo che inizierà a fine mese a carico della Juve nell’ambito penale e poi ci saranno anche gli sbocchi legati all’altra situazione, alle scritture private e quindi a quello che potrebbe derivare anche se ritengo che si possa cercare anche di impostare una linea difensiva unendo le due cose, le due fattispecie e quindi in una sorta di unicum tra le due ipotesi di reato”.

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