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Da Portanova a Dani Alves, quando la cronaca nera entra in campo: come gestire il caso

Portanova, Dani Alves, Hakimi, Neymar. Solo alcuni dei campioni che hanno avuto a che fare con la cronaca: come cambia la gestione.

Il campo si restringe, ma non sempre è questione di prospettiva. Talvolta c’entra anche qualche retroscena inatteso: le luci della ribalta, spesso, premiano altro. La celebrità, però, ha anche un’altra faccia della medaglia, con questa devono fare i conti i calciatori. Basta un attimo perchè la reputazione cambi: avviene quando le aule di tribunale prendono il posto degli spogliatoi. Succede sempre ogniqualvolta emerge del torbido. I processi si fanno altrove e non in televisione, ma l’impatto mediatico quando un campione finisce nel mirino degli inquirenti è inevitabile.

Manolo Portanova (ANSA)

È successo a Dani Alves, ad Hakimi, ma anche allo stesso Neymar. Per non parlare di Ronaldo e Manolo Portanova. La ruota è sempre la stessa, gira e cambiano gli interpreti: non la sostanza. Quella che, ancora oggi, fa domandare alle società come comportarsi. Manolo Portanova, nello specifico, è stato condannato a 6 anni per stupro. Il rito abbreviato ha visto condannare anche lo zio del calciatore. Se impressione fanno le vicende in cui sono coinvolti, ancor più sgomento dovrebbe creare l’approccio della squadra: non sono mancate polemiche nel momento in cui il Genoa non aveva estromesso il calciatore dai convocabili.

Portanova condannato a 6 anni: che succede quando la cronaca entra in campo

È dovuta intervenire la tifoseria per cercare di dare una dimensione a tutto questo. Dalla parte della società rossoblù vi era la presunzione di innocenza, all’epoca dei fatti il calciatore non era ancora condannato in via definitiva, ma solo in primo grado. La squadra per tutelare l’immagine e non peccare di iubris ha evitato qualsiasi compromissione. Il silenzio, tuttavia, è stato assordate. Al punto che il Genoa è dovuto tornare sui propri passi.

Portanova condanna violenza
Il centrocampista condannato a 6 anni (ANSA)

All’estero, invece, non funziona così: il calciatore implicato in vicende di cronaca scabrose viene temporaneamente sospeso. A scopo preventivo. Per poi, eventualmente, riabilitare la sua posizione successivamente. Continua ad essere pagato, ma non gioca. Pesi, misure e metri di giudizio diversi: la Giustizia Ordinaria e quella sportiva non sempre vanno di pari passo. Chiedere anche a Dani Alves, anche l’ex Juve è coinvolto in una vicenda di stupro con una denuncia sul groppone.

Il brasiliano resta in custodia cautelare a Rians, nei pressi di Barcellona, fino a che non si farà chiarezza sul processo e l’analisi dei fatti che avrebbero portato alla presunta violenza dello scorso dicembre in una discoteca. Anche in questo caso, il calciatore è stato temporaneamente sospeso. Prima della comunicazione di custodia cautelare. Una mossa preventiva che toglie ogni controversia. Non appena la Giustizia farà il suo corso, anche lo sport si adeguerà. È l’unico modo affinché il clamore mediatico si plachi ancora prima di eventuali ripercussioni. In Italia il concetto fatica a passare, ma la vicenda Portanova sembra aver aperto un ulteriore varco su questo. Speriamo basti.

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