José Mourinho allontana le voci di un divorzio anticipato dalla Roma. Lo Special One parla alla Pontificia Università Gregoriana.
José Mourinho e la Roma, un matrimonio per niente in crisi. Questo ci tiene a sottolineare lo Special One che ritratta – alla sua maniera – le voci che lo vorrebbero lontano dalla Capitale. Niente divorzio anticipato: 3 anni di contratto, poi si vedrà. Il portoghese ha il compito di portare la squadra più in alto possibile. Fare risultato già con la Samp per arginare le voci che parlano di crisi interna: una caduta, anche se fragorosa come quella nel Derby, non cancella il cammino romanista.
La testa alla partita contro i blucerchiati prima e all’Europa League poi. Il Feyenoord li attende con aria di sfida: un confronto che sa di rivincita dopo maggio scorso e la Conference League che arriva in bacheca. Tirana è un piacevole ricordo, il presente invece è reale e pieno di scadenze. Tutte cose che non spaventano Mourinho. Anzi, lo galvanizzano. Il tecnico sa quello che vuole e lo mostra alla Pontificia Università Gregoriana, in occasione dei 10 anni di Pontificato di Papa Francesco, dove illustra i suoi ideali di calcio come veicolo di parità di genere ed equidistanza sociale.
Nessuno deve restare indietro: “La Roma lo dimostra, non ha vinto tanto ma è una squadra migliore e grande perchè conserva gli ideali di famiglia. La rendono unica al mondo per il calore dei suoi tifosi che seguono i calciatori ovunque. Loro ringraziano me, ma sono io che dovrei ringraziarli”, dichiara. Una nuova fase, quindi, comincia sotto i migliori auspici: il tecnico di Setubal difende quello che – fino a prova contraria – è il suo ambiente.
Roma lo ha accolto come un cittadino acquisito e lo Special One ricambia questo affetto, nella speranza che ci sia ancora qualcosa da festeggiare. Come maggio scorso. Un dejavù che farebbe felici i tifosi della Roma pronti a gettarsi ancora tra le braccia della propria ‘guida’. Lo Special One resta riferimento culturale anche per quella sua capacità di ammaliare con parole profonde e semplici: peculiarità che piace al mondo ecclesiastico, ma anche a quello degli appassionati di calcio. Sacro e profano insieme, con il garbo e l’azzardo che solo le grandi occasioni sanno conservare. Quella di Mourinho alla Roma, senz’altro, lo è.
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