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La Serie A in campo a Pasqua: storia e match più belli di una tradizione decaduta

Chinaglia e Maestrelli

Per tanti anni, nel secolo scorso, la Serie A è stata abituata a scendere in campo nel giorno di Pasqua. Una tradizione che ha scritto pagine di storia in Italia

In Inghilterra è fortissima la tradizione del Boxing Day, il giorno di Santo Stefano che per gli appassionati vuol dire avere la possibilità di gustarsi il meglio della Premier League, dal divano o addirittura andando proprio allo stadio. Un esperimento che in Italia è stato tentato giusto qualche anno fa, senza però avere successo, tanto da costringere la Lega Calcio a tornare sui propri passi.

Chinaglia e Maestrelli
Chinaglia e Maestrelli, decisivi per il primo scudetto della storia della Lazio – TvPlay.it

Non sempre, però, nelle festività, il calcio italiano è andato in pausa. Anzi, le generazioni più avanti con l’età ricorderanno benissimo come nella fase centrale del Novecento la Serie A (la cui prima edizione a girone unico risale alla stagione 1929-30) scendeva abitualmente in campo, con stadi rigorosamente pieni, anche nel giorno di Pasqua.

Un qualcosa che, a pensarci oggi, fa davvero strano. In effetti, si sta parlando davvero di un altro calcio. Ma è proprio questo quello che ha inciso nel tessuto sociale della nazione, al tempo, dando al calcio un valore assolutamente non trascurabile, tanto che Pier Paolo Pasolini lo definiva “l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”. Negli anni, infatti, la domenica pasquale di Serie A ha regalato grandissimo spettacolo ed altrettante emozioni, che abbiamo deciso di ripercorrere brevemente proprio in occasione della festività.

Il derby del 1954 e la volata scudetto tra Inter e Bologna

Per quasi 30 anni, a Pasqua, le migliori squadre del paese sono scese in campo. È accaduto con grande costanza, d’altronde, a partire dal dopoguerra, arrivando fino al 1978. E chiaramente, i momenti topici non sono affatto mancati. Non solo per la bellezza di alcune partite prese singolarmente, ma anche per la vicinanza con il finale di stagione, che ha spesso reso la posta in palio altissima proprio in questo giorno speciale.

Andando in ordine cronologico, merita un cenno il derby di Roma giocatosi il 18 aprile del 1954. Quella volta, difatti, i giallorossi – imponendosi per 1-2 – riuscirono a spezzare una striscia negativa che durava da bel sette anni nella sfida contro i cugini. Decisive le reti di Celestino Celio e di Raoul Bortoletto prima del gol siglato da Alberto Fontanesi. Tra le immagini indelebili, anche una piuttosto macabra: il romanista Carlo Galli, dopo uno scontro con Giovanni Di Veroli, riporterà la frattura di una vertebra.

Per quanto riguarda la lotta scudetto, la Pasqua del 1964, invece, è quella del 1-2 dell’Inter, guidata dal leggendario Mario Corso e da Jair da Costa, in casa del Bologna. I rossoblù, però, si riusciranno a vendicare fatalmente a giugno, nella sfida dell’incredibile spareggio scudetto.

I magici anni Settanta: dalla “pazzia” di Maestrelli alle magie di Pulici

Densi di eventi memorabili sono stati invece gli anni Settanta. A partire dal 14 aprile del 1974, quando a fine primo tempo la Lazio di Tommaso Maestrelli si trovava sotto per 1-2 contro il Verona. Durante l’intervallo, però, una scelta insolita cambiò tutto: il tecnico dei biancocelesti costrinse infatti i suoi a rimanere in campo, trovando la forza per reagire grazie alla vicinanza dei propri tifosi. Una mossa riuscita magistralmente: Renzo Garlaschelli, Franco Nanni e Giorgio Chinaglia ribaltarono così il risultato, per un successo fondamentale ai fini della conquista del primo scudetto laziale.

Pulici tripletta
Pulici, autore di una tripletta contro la Fiorentina nel giorno di Pasqua del 1976 – tvplay.it

L’anno dopo, invece, sarà quello di una prima volta solamente sfiorata. Nel giorno di Pasqua del 1975, d’altronde, si vide una delle più grandi dimostrazioni di forza del Napoli di Luis Vinicio e del suo “calcio totale”, vittorioso per 2-0 contro il Milan. Un urrà che non bastò però agli azzurri, sconfitti la settimana dopo nello scontro diretto con la Juventus, nel giorno della nascita del mito del “core ‘ngrato”, il grande ex José Altafini.

Nel 1976, poi, le due compagini si affrontarono proprio nel giorno della festività, terminando su un 1-1 finale solo apparentemente innocuo. Contemporaneamente, d’altronde, il Torino di Angelo Radice vinceva un rocambolesco match contro la Fiorentina per 4-3. Mattatore assoluto Paolo Pulici, autore di un’incredibile tripletta che riavvicinò i granata ai cugini bianconeri in classifica, prima del sorpasso definitivo operato più avanti.

La tradizione della Pasqua negli stadi, tuttavia, si andava affievolendo proprio in quei giorni. Gli stadi erano semivuoti, gli introiti sempre meno. Dopo l’ultima volta nel 1978, così, si decise di anticipare la giornata di campionato al sabato, o comunque di evitare la festività. Da allora, infatti, sono state soltanto due le eccezioni: un Perugia-Inter della stagione 2003-04 ed un Reggina-Udinese del 2008-09, solo per permettere ai nerazzurri ed ai bianconeri di avere un calendario migliore in vista dei rispettivi impegni in Coppa UEFA.

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