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PASTORE: “PER IBRA VEDO UN FUTURO DA MENTAL COACH. UN SUO PASSAGGIO AL MONZA SAREBBE STATO STRANO”

Pastore su Ibrahimovic

Giuseppe Pastore, giornalista del quotidiano “Il Foglio”, è intervenuto ai microfoni di TVPLAY_CMIT.

Pastore su Ibrahimovic
Il giornalista Pastore parla di Ibrahimovic e del suo futuro

“VEDO IBRAHIMOVIC MENTAL COACH” – “Ibrahimovic negli ultimi anni si è svestito dei panni del giocatore ed è diventato una sorta di mental coach. Era un punto di riferimento anche dalla panchina. C’è stata un’ottima sintonia con Pioli, che è molto accomodante e non è come Conte. Si sono trovati molto bene. Non lo vedo come allenatore, così come non credo che possa fare quello che cura il mercato. Lo immagino a curare l’aspetto mentale, è una figura su cui potrebbe anche studiare. Un po’ come Riva o Vialli in Nazionale”.

“IBRA AL MONZA STRANO, GIUSTO LASCIARE COSI’” – “Ibrahimovic al Monza sarebbe strano, anche perché sarebbe legato solo al fatto che era un richiamo di vecchi dirigenti. Giusto lasciare così a San Siro. Prima era spaventato dall’ipotesi dell’addio, adesso ha fatto pace con questa idea. Molti giocatori sono avvolti da questa paura di lasciare. In bocca al lupo a lui. I vuoti esistenziali sono sempre difficili da colmare”.

“ADDIO DI IBRA SORPRENDENTE MA GIUSTO” – “L’addio al calcio di Ibrahimovic è stato sorprendente, ma alla fine è stata una scelta giusto. Da inizio anno non era più un calciatore, è stato un bel finale: la vittoria, lo stadio in lacrime… Ci sono già voci su svolte societarie, però Ibra ha lasciato un segno indelebile. Non ha mai segnato ai Mondiali, non ha mai vinto la Champions e non ha mai chiuso tra i primi tre del Pallone d’Oro, ma ha una scia di grandezza alle sue spalle. E’ nell’Olimpo dei supereroi”.

“FUTURO DA DIRIGENTE, MA NON SUBITO” – “E’ stato chiaro: vuole qualche mese per vedere la sua nuova vita, sono 25 anni che gioca a calcio. Non ha idea di come sarà la sua vita, avrà decine di offerte in ogni ambito. Ha fatto affari a Milano con degli investimenti. Non farà l’allenatore perché secondo me non è il suo ruolo, ma ce lo vedo in un ruolo in cui bisogna mettere la faccia. Ha associato il suo nome al Milan, quindi come dirigente è più facile vederlo lì”.

“DISSAPORI TRA MALDINI E PROPRIETA’ DATATI” – “I dissapori tra Maldini e la proprietà sono precedenti, i rapporti sono tesi da tempo. Maldini ha un fascino ed un nome inattaccabili, ma viene da un mercato sbagliato. Il Milan non è che non ha fatto mercato. Lo ha fatto ed è stato sbagliato. I movimenti ci sono, come Kamada e Loftus-Cheek. Vediamo cosa accadrà. Maldini non è mai stato aziendalista, vediamo cosa accadrà”.

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