Napoli, continua il casting per la panchina: Paulo Sousa è ancora in Pole, ma non mancano le alternative francesi. È corsa a tre
È un matrimonio che s’ha da fare quello tra il Napoli e Paulo Sousa. O, almeno, così sembra, anche se non mancano i ripensamenti dell’ultima ora. De Laurentiis ha incontrato a Roma il tecnico lusitano bloccato da un contratto in essere con la Salernitana, con tanto di rinnovo automatico esercitato dal patron Iervolino attraverso una Pec (si, proprio quella).
Dunque, che fare? Sousa si può liberare dai granata, c’è una clausola presente nel suo contratto, ma dovrà sborare un milione di euro, che diventano 1,8 a carico della società che lo ingaggia. Una bella grana per il patron De Laurentiis, da sempre contrario a versare clausole rescissorie per i tecnici.
E motivi di dubbio sono legati anche al modulo utilizzato da Sousa; ha salvato la Salernitana puntanto sulla difesa a tre, un qualcosa di molto lontano dal 4-3-3 scolpito nella roccia a Castel Volturno. L’agente dell’allenatore, dopo il polverone mediatico che si è alzato lungo la A3 tra Napoli e Salerno, ha frettolosamnte ribadito come non siano arrivate offerte per il suo assistito, ma solo una serie di contatti in virtù dell’ottima stagione in granata.
Sembra però certo come Paulo Sousa sia il preferito, ma la concorrenza non manca di certo ed è tutta transalpina. Dai 40 nomi si è scesi a tre, ed il lusitano è in buona compagnia, quella di Galtier e Garcia. Il primo è fresco vincitore della Ligue 1 ed ormai prossimo al divorzio dal PSG; Al Khelaifi vuole puntare su Nagelsmann – palino pure di ADL – ed è pronto a versare la buonuscita all’ex Lille.
E proprio al Lille le strade di Galtier ed Osimhen si sono incrociate, per un punto a favore di Christophe che pure ha nel suo palmares una buona dose di esperienza internazionale. Come se non bastasse, poi, Galtier conosce bene l’italiano per una parentesi nel Monza nel finale di carriera da calciatore ed ha nel 4-3-3 il suo dogma, presentato anche a Parigi con un tridente mica male, formato da Mbappé, Messi e Neymar.
Resiste eccome, però, anche Rudi Garcia. Il vantaggio rispetto al collega transalpino è dato dal conoscere già il campionato italiano. Ha allenato a Roma – altra piazza caldissima – e non ha certo bisogno di ambientarsi. Il 4-3-3 non è certo il suo credo principale, ma il francese è preparato tatticamente e sta guadagnando posizioni dopo aver incontrato il patron. ADL, però, è uomo di cinema e dal cilindro può uscire sempre il coniglio.
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