Pogba, il segreto per abbattere il razzismo: “E’ successo contro la Fiorentina…”. Il centrocampista francese racconta un episodio fin qui inedito
E’ stata senza dubbio la stagione più sfortunata dell’intera carriera di Paul Pogba. Il trentenne centrocampista francese, tornato alla Juventus l’estate scorsa dopo sei stagioni trascorse tra alti e bassi al Manchester United, sperava di offrire un contributo determinante ai successi della squadra di Massimiliano Allegri. Le speranze del Polpo e della stessa società bianconera sono però naufragate davanti a una sequela clamorosa di devastanti infortuni. Una particolare lesione meniscale e altri problemi collaterali hanno impedito a Pogba di scendere in campo per tutta la stagione. Ce ne sarebbe a sufficienza per maledire il calcio e la sfortuna, ma il campione transalpino non ha la minima intenzione di alzare bandiera bianca.
In questi giorni Pogba ha rilasciato una lunghissima e intrigante intervista al sito views.fr, in cui ha affrontato diversi argomenti legati sia alla sua carriera che alla sua vita privata. Tra questi anche un argomento scivoloso e complesso come il razzismo, di cui il Polpo è rimasto più volte vittima nei vari stadi italiani e stranieri in cui ha giocato. Il centrocampista bianconero ha svelato a tal proposito come alcuni anni fa un suo gesto tramutò insulti e fischi in applausi sentiti. E’ un episodio accaduto prima della sua cessione al Manchester United avvenuta nell’estate del 2016 alla cifra record di 125 milioni di euro.
Nel corso dell’intervista Pogba racconta questo episodio accaduto in uno degli stadi più antijuventini d’Italia, il Franchi di Firenze: “Ero in Italia, stavamo giocando una gara di campionato contro la Fiorentina. I tifosi viola iniziarono a lanciarmi insulti razzisti definendomi una scimmia. Ad un certo punto li ho guardati, mi sono tolto la maglia e l’ho regalata a un bambino. A quel punto insulti e fischi si trasformarono in applausi calorosi“.
Rivolto all’intervistatore, il francese svela quale sia stato il segreto di questo clamoroso cambiamento: “Era solo ignoranza non è detto che fossero razzisti. Grazie a quel gesto tutti alla fine mi applaudirono e non ero nemmeno nel mio stadio. Ho toccato il cuore dei tifosi della Fiorentina, dei cosiddetti razzisti. Questa fu la mia vittoria, quindi non ho avuto neanche la necessità di ribellarmi. E del resto perchè avrei dovuto farlo? Per cambiare la mentalità delle persone? No, sono le azioni che parlano ed è con questa azione che loro sono cambiati direttamente, in soli due secondi“.
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