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Processo Juventus, Agnelli al contrattacco: perché può cambiare la giustizia sportiva

Andrea Agnelli. (ansa-tvplay)

Nell’edizione odierna di Tuttosport la strategia difensiva di Andrea Agnelli che può scardinare il sistema della giustizia sportiva italiana.

Il processo alla Juventus non è affatto finito e le sentenze finora espresse sono ben lontane dal potersi considerare definitive. A molti non sono andate giù diversi step e la metodologia con la quale tutto è stato svolto, tra questi in testa c’è ovviamente l’ex presidente bianconero Andrea Agnelli.

Andrea Agnelli. (ansa-tvplay)
Andrea Agnelli. (ansa-tvplay)

L’esito del processo alla Juventus ed in particolare ai suoi dirigenti e membri del consiglio di amministrazione, potrebbe avere degli scossoni. Quella descritta da Tuttosport nell’edizione uscita quest’oggi è la natura di quello che sarà il contrattacco in particolare da parte di Andrea Agnelli.

L’ex presidente bianconero non solo impugnerà la sentenza, ma se le cose dovessero andare come ipotizza lo stesso quotidiano sportivo, potremmo assistere addirittura ad una vera rivoluzione del sistema della giustizia sportiva, che sarebbe colpita nel suo stesso ordinamento, coinvolgendo la Corte di Giustizia Europea.

Andrea Agnelli prova il ribaltone dopo la sentenza

Innanzitutto nessuno si lasci trarre in inganno dalla rinuncia da parte di Agnelli alla richiesta della sospensiva. La mossa, che aveva fatto ipotizzare ai più il raggiungimento di un accorso tra i legali dell’ex presidente della Juventus con quelli della FIGC, non è stata dettata da alcun accordo tra le parti. Per fugare ogni dubbio è prontamente arrivata anche la smentita all’Ansa da parte degli stessi legali della Federazione Italiana Giuoco Calcio.

Scatto vintage che ritrae un giovane Andrea Agnelli con Antonio Giraudo. (ansa-tvplay)
Scatto vintage che ritrae un giovane Andrea Agnelli con Antonio Giraudo. (ansa-tvplay)

Il piano di Andrea Agnelli prevede altro ed in un certo senso ricalca anche un po’ quell’iter che fu già intrapreso da un altro storico ex dirigente bianconero, Antonio Giraudo. L’ex amministratore delegato juventino, che ai tempi di Calciopoli venne punito con una sorta di “ergastolo sportivo” si appellò ad una commissione specializzata del Tar.

Nel caso di Agnelli invece si tratta di un’inibizione di 24 mesi dal Collegio di Garanzia dello Sport per il caso plusvalenze e 16 per la manovra stipendi, oltre a 60 mila euro di multa, comminati dal Tribunale Federale Nazionale. In questo scenario non si può escludere la violazione del principio generale della tutela giurisdizionale effettiva garantita dall’Unione Europea. Se così fosse verrebbe minata direttamente tutta l’autonomia di cui gode il sistema di Giustizia Sportiva italiana. Un sistema che impedisce ad esempio al Tar di annullare o riformulare le sentenze, mettendo addirittura in discussione i principi del giusto processo. L’iter dei legali di Agnelli avrà inizio in autunno.

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