Juventus, i tempi del processo sono più lunghi: l’annuncio in diretta. L’inchiesta Prisma avrà delle conseguenze sul piano della giustizia ordinaria
La Juventus ha chiuso una volta per tutte i conti con la giustizia sportiva, almeno per ciò che riguarda i filoni della cosiddetta ‘Inchiesta Prisma‘, che ha messo a nudo presunte irregolarità di natura contabile commesse dalla dirigenza bianconera durante la presidenza di Andrea Agnelli.
Utilizzando lo strumento processuale del patteggiamento, la società ora presieduta da Gianluca Ferrero ha raggiunto un accordo con la Procura della Federcalcio in merito alla ‘manovra stipendi’, uscendone di fatto con un’ammenda simbolica di poco più di 700mila euro.
Ma se il processo sportivo è orma alle spalle, quello ordinario deve ancora cominciare. E non avrà inizio molto presto, a quanto pare. La Corte di Cassazione dovrà esprimersi il prossimo 6 settembre sullo spostamento del processo figlio dell’Inchiesta Prisma da Torino e Milano. Va sottolineato a tal proposito che il Procuratore generale della Cassazione ha dato il suo assenso allo spostamento nel capoluogo lombardo e tutto fa pensare che la Corte confermi l’indicazione del Procuratore.
Cosa comporterebbe una decisione del genere? A spiegarlo è l’ex Procuratore della Federcalcio, Giuseppe Pecoraro che intervenuto nel corso della diretta quotidiana di TvPlay ha rivelato dettagli significativi su questa vicenda che vede coinvolti in prima persona gli ex dirigenti della Juventus, compreso l’ex presidente Andrea Agnelli. Pecoraro ha in qualche modo spento le prime polemiche che già circolavano in particolare sui social, secondo cui lo spostamento della sede processuale sarebbe un favore fatto alla Vecchia Signora.
Queste le parole di Giuseppe Pecoraro, che ha guidato la Procura Federale fino a pochi anni fa: “Penso che i tempi si allungheranno ancora. Prima le carte dovranno essere trasferite, poi Milano dovrà studiare il processo e non è da escludere che chieda ulteriori accertamenti”. Ma una probabile dilatazione dei tempi della celebrazione del processo non è affatto sinonimo di impunità. Anzi, secondo l’ex procuratore FIGC non cambierà nulla nella sostanza.
“Le carte non cambiano. Ovvio che ora Milano dovrà studiarsi il processo e fare una sua valutazione autonoma. Ma il lavoro fatto da Torino non andrà perso. I motivi per il trasferimento possono essere tanti e diversi, ma non si perdono le carte”.
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