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Raspadori, qual è il tuo vero ruolo: il rebus tattico tra Napoli e Nazionale

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Matteo Sfolcini

Giacomo Raspadori potrebbe cambiare radicalmente il suo ruolo tra Napoli e Nazionale: la differenza tattica del suo utilizzo in campo.

Nel nuovo corso di Spalletti in Nazionale potrebbe avere un ruolo chiave Giacomo Raspadori, il principale indiziato per una maglia da titolare al centro dell’attacco. In assenza di grandi bomber, uno dei difetti principali degli ultimi anni, il tecnico toscano sembra intenzionato a cominciare col “falso nove” come già aveva adottato al Napoli con ottimi risultati senza Osimhen.

Insomma, nonostante non sia titolare nel club nemmeno con Rudi Garcia, l’ex Sassuolo può diventare protagonista in maglia azzurra per una serie di principi tattici. La sua duttilità in campo risulta fondamentale per trovare spazio in un sistema di gioco (il 4-3-3) che è rimasto lo stesso rispetto a quello utilizzato da Roberto Mancini.

Certo fa specie come il classe 2000 da punta centrale della Nazionale giochi come esterno, trequartista o addirittura mezz’ala nel Napoli dove quel ruolo è ovviamente nelle mani di Osimhen (salvo infortuni) o Simeone. Almeno questo è quello che ha imposto fin da subito il nuovo tecnico francese che non lo vede come unico riferimento offensivo.

Raspadori, le idee diverse di Spalletti e Rudi Garcia

Nel calcio moderno ci sono giocatori che non hanno una posizione fissa e sono in grado di occupare più zone del campo. E’ il caso di Giacomo Raspadori, un vero “rebus tattico” tra Napoli e Nazionale. Un’incertezza che si può creare nei prossimi mesi quando probabilmente gli saranno richiesti compiti diversi in base a dove giocherà.

Giacomo Raspadori, il rebus tattico tra Nazionale e Napoli (LaPresse) – TVPlay.it

Di solito i calciatori che sono capaci di interpretare più ruoli hanno un vantaggio rispetto ad altri ma alle volte non è così. O meglio per Raspadori la verità sta in mezzo perché può essere centrale con Spalletti e restare comunque ai margini con Rudi Garcia. Nel Sassuolo ha raccolto grandi numeri soprattutto da centravanti nonostante la sua piccola stazza fisica.

Nei partenopei invece rischia di pagare la sua versatilità ed essere troppo sacrificato in ruoli non propriamente adatti alle sue caratteristiche. Nell’impianto di gioco del tecnico francese potrebbe snaturarsi e perdere alcune qualità che invece l’ex allenatore, oggi sulla panchina dell’Italia, ha saputo esaltare negli scorsi mesi. La sensazione, anche tra i tifosi, è che sia più efficace come attaccante centrale, massimo seconda punta, piuttosto che sull’esterno o più indietro a centrocampo.

Matteo Sfolcini

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