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GARICS: “ARNAUTOVIC ORA HA LA MATURITA’ GIUSTA. GARCIA? DI SPALLETTI CE N’E’ SOLO UNO”

Garics su Arnautovic

Gyorgy Garics, ex calciatore di Bologna e Napoli, è intervenuto ai microfoni di TVPLAY.

Garics su Arnautovic
Gyorgy Garics su Arnautovic, sul Napoli e sul Milan di Pioli

“GARCIA? EREDITA’ DI SPALLETTI PESANTISSIMA PER CHIUNQUE” – “Di Spalletti ce n’è solo uno. Se lo Scudetto lo avesse vinto Garcia, diremmo di lui anche lo stesso. Garcia adesso si è messo alla guida di una squadra che l’anno scorso ha fatto un’impresa. L’eredità non è pesante, di più. Perché ti mettono pressione l’ambiente, dai calciatori alla stampa, fino ai tifosi. Sarebbe stato difficilissimo per chiunque. De Laurentiis poi ha addirittura alzato l’asticella, tutti si aspettavano di più. Un nuovo allenatore ha le sue idee, bisognerà vedere la sua mano. I primi 70’ contro il Genoa sono stati bruttini”.

“ARNAUTOVIC ORA HA LA GIUSTA MATURITA’” – “Arnautovic l’ho cresciuto! Lui è arrivato a 19 anni in Nazionale con quella testa calda che oggi ha smorzato. Ha fatto un gran bel passo in avanti”.

“DE ZERBI NON MI SORPRENDE, E’ UNA BANDIERA PER IL CALCIO ITALIANO” – “De Zerbi ha ammesso che da calciatore non ha raccolto quanto poteva, ho giocato con lui ed ogni tanto ci siamo beccati anche quando è stato in giro per l’Europa. Sono contento per lui, non mi sorprende la sua caparbietà. Lui va contro tutti convinto di quello che fa, anche perché sta avendo ragione. E’ una bandiera all’estero per il calcio italiano”.

“TANTI CLUB SU POSCH” – “Posch è arrivato come una sorpresa per tutti, lo conoscevo poco. Si è dimostrato un giocatore di livello, ora stanno aprendo su di lui le squadre più importanti del campionato. Ha dei margini di miglioramento, si è ambientato molto in fretta”.

“OTTIMO RAPPORTO CON ARNAUTOVIC” – “Con Arnautovic ho un ottimo rapporto. E’ arrivato in Italia giovanissimo, ora ha raggiunto la giusta maturità”.

“POTEVO VENIRE IN ITALIA PRIMA” – “Io rimpiango la mia scelta di non essere venuto in Italia prima. Nel 2003 ho avuto la possibilità di andare al Chievo, dove mi voleva Delneri. Non me la sentivo perché ero troppo giovane, forse quel passo avrei dovuto farlo. La retrocessione con l’Atalanta non l’ho elaborata bene e mi sono lasciato andare, mi sono sentito inferiore, per così dire. Ho comunque giocato dieci anni in Serie A e, per il mio percorso, non era scontato”.

“ECCO COME PIOLI LAVORA SULLE SCONFITTE” – “La sconfitta nel derby è stato un episodio, anche se pesa molto per i tifosi. Dà fastidio perdere una partita così, ma Pioli lavora molto sull’aspetto mentale della squadra. Ci seguiva un mental coach già ai tempi del Bologna. Non mi preoccuperei, non credo che questa gara possa condizionare l’andamento della stagione per il Milan”.

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