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Morte Napolitano, lo stadio è lo specchio d’Italia: odio e vergogna dalle tribune

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Leonardo Zullo

L’addio all’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano macchiato da insulti, offese e fischi dalle tribune degli stadi italiani. 

La dipartita di Giorgio Napolitano ha scatenato l’odio sui social di milioni di haters che sembrava non aspettassero altro che la notizia del peggioramento del suo stato di salute. L’ex presidente della Repubblica, il primo nella storia italiana ad aver accettato un secondo mandato, è morto nella sera del 22 settembre nell’ospedale Spallanzani di Roma, dopo qualche giorno di ricovero.

Mentre parte della stampa italiana e quella estera ricordano in questi giorni la figura politica e i suoi anni trascorsi tra Senato, Parlamento e Quirinale, la Serie A ha voluto omaggiare Napolitano con un minuto di silenzio da rispettare su tutti i campi. Ma come ormai accade in quasi ogni circostanza similare, il silenzio è spezzato da vergognosi fischi che piovono dagli spalti.

Napolitano, fischi a San Siro e l’Olimpico

Giorgio Napolitano è stato un deputato del PCI e ha sfiorato anche la segreteria del partito, perdendo di fatto solo davanti a Berlinguer. E’ stato uno degli ultimi comunisti italiani, così riconosciuto anche dalla stampa straniera. Nel maggio 2006 è stato eletto Presidente della Repubblica, riuscendo a godersi a pochi mesi dalla carica anche la vittoria dell’Italia al Mondiale in Germania.

Giorgio Napolitano, ex Presidente della Repubblica italiana (LaPresse) TvPlay.it

Negli anni trascorsi in Quirinale ha dimostrato di essere all’altezza del ruolo, nonché avanguardista e lungimirante sulle pari opportunità. E come dimenticare la strigliata in Parlamento al momento della sua rielezione, poiché aveva pubblicamente annunciato di lasciare l’incarico per “dare un segno di normalità e continuità istituzionale con una naturale successione nell’incarico di Capo dello Stato“. Così non accadde. Nel 2013 i partiti non riuscivano a trovare un accordo per formare il governo e di conseguenza chiesero a Napolitano un nuovo mandato da Presidente della Repubblica. Accettò per rispetto della Costituzione e per amore del suo Paese, ma lasciò nel 2015 rassegnando le proprie dimissioni a causa dell’età.

Oggi, Giorgio Napolitano si ritrova vergognosamente fischiato sui campi di Serie A, con ogni probabilità per il suo trascorso come militante del PCI. Ma l’ex Presidente della Repubblica è stato anche vergognosamente insultato e offeso in questi giorni, specialmente sui social dai classici leoni da tastiera che inondano le piattaforme di odio su ogni tema e su ogni argomento. Mentre a San Siro i fischi provenivano specialmente dalla tribuna ospiti, occupata dai tifosi del Verona, all’Olimpico i fischi per Napolitano sono stati piuttosto sparsi, da parte di diversi sostenitori romani. In entrambe le circostanze, parte dello stadio ha cercato di coprire il velo di vergogna con un lungo applauso. Ma quel che resta è l’inadeguatezza del mondo del calcio e del suo pubblico, che rappresenta a pieno la pochezza dei valori di una società sempre più incivile.

Leonardo Zullo

Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista e telecronista di calcio (maschile e femminile), calcio a 5 e calcio a 8. Appassionato di ogni tipo di sport, dall’atletica al nuoto, con un particolare debole per il mondo del pallone nonostante gli 8 anni di basket. L’NBA ha perso un talento. Dedizione e divertimento le chiavi del successo.

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