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Napoli, il paradosso dei campioni: tutti gli allenatori che hanno detto “no” a De Laurentiis

Aurelio De Laurentiis. (ansa-tvplay)

Dopo lo scudetto il Napoli era una macchina perfetta, eppure dopo l’addio di Spalletti De Laurentiis ha avuto difficoltà. Chi c’era in lizza.

Vedi Napoli e poi muori“, recita un famoso proverbio. Ad oggi verrebbe da aggiungere “figuriamoci andarci ad allenare”. C’è qualcosa di strano e difficilmente spiegabile nella gestione societaria, o meglio, di Aurelio De Laurentiis del post-Spalletti. Già che il tecnico appena laureatosi campione decida di farsi da parte è stato di per sé un caso abbastanza particolare, seppur non isolato, ma la difficoltà nel trovare un sostituto ha ancora più dell’incredibile.

Il Napoli nella scorsa stagione ha incantato l’Italia e l’Europa con un gioco esaltante, frutto di una gestione societaria virtuosa ed un mercato perfetto, senza spese folli e indebitamenti. La decisione di Spalletti ha sicuramente spiazzato tutti, tanto quanto anche l’addio di Giuntoli che della squadra campione d’Italia, ne è stato l’artefice.

Tuttavia i partenopei sono diventati una realtà anche in Champions League, dopo aver annientato anche avversari molto blasonati prima di essere beffati dal Milan ai quarti di finale. Al netto dell’eliminazione, frutto fondamentalmente dei letali contropiede di Leao, la vetrina è stata ben visibile a tutti. Per non parlare dell’affetto dei tifosi e di tutto quello il capoluogo campano può regalare a livello di clima, bellezze, cibo e in generale qualità della vità. Allora qual è il problema?

Cosa fa scappare o non arrivare a Napoli

Napoli è bella e il Napoli e forte, forse troppo, oppure c’è un però. Prima di diventare davvero grande a tutti gli effetti col trionfo in campionato, gli azzurri hanno vissuto momenti di alti e bassi, in cui hanno soltanto sfiorato i successi. Sulla panchina del Napoli c’è chi è diventato grande come Maurizio Sarri, ma anche grandi che sono arrivati con alle spalle un curriculum di tutto rispetto, ma che hanno fallito.

Kylian Mbappe e Luis Enrique. (ansa-tvplay)
Kylian Mbappe e Luis Enrique. (ansa-tvplay)

Il primo fu Rafa Benitez, che è arrivato dopo aver vinto tutto, ma che ai piedi del Vesuvio è riuscito a portare soltanto una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana. Peggio di lui però ha fatto uno che non solo ha vinto tutto, ma l’ha fatto anche più di una volta, stiamo parlando naturalmente di Carlo Ancelotti, che alla seconda stagione venne addirittura esonerato.

Quando si osserva il Napoli però si devono saper scorgere i dettagli, se di “dettagli” si può ancora parlare arrivati a questo punto. Ben pochi infatti erano pronti a scommettere sulla vittoria dello scorso anno, anche tra gli stessi tifosi. Il motivo era che gli acquisti rivelatisi poi geniali, erano inizialmente considerati alla stregua di illustri sconosciuti. Tra questi il miglior difensore dello scorso torneo, Kim, è stato ceduto e non adeguatamente sostituito. Un’operazione che è soltanto l’ultima di una serie di aspettative disattese dove il presidente azzurro appare come un osso sempre piuttosto duro di fronte alle richieste degli allenatori.

Tutti i mister che hanno rifiutato la panchina del Napoli

Ecco quindi che gente tipo Luis Enrique, Nagelsmann hanno declinato, così come lo stesso Sergio Conceiçao, che seppur meno blasonato può ambire a un club in cui non debba temere una figura forte come quella di De Laurentiis. È chiaro ormai come il patron del Napoli infatti ami far diventare grande chi non lo è e non prenderli già famosi e affermati, una formula che concilia l’ego ed il portafogli. Ecco perché il gioco sarebbe potuto funzionare con Italiano, se non fosse che sarebbe stato uno sgarbo troppo grande a Commisso.

Per motivi contrattuali invece si rivelò complessa anche la pista per Thiago Motta, anche se mai quanto quella per Paulo Sousa, per motivi di rivalità con la Salernitana. Su Galtier, già corteggiato in estate, è arrivato prima l’Al-Duhail, che ha appena esonerato Crespo. Non è un caso se sembrava proprio lui il prescelto qualche mese fa, a dimostrazione che nella panchina del Napoli lo spazio per un grande allenatore ed un grande ego non c’è, probabilmente perché già occupato. Oppure la sfida con una figura che molti definirebbero “ingombrante” è troppo ardua? Soprattutto adesso, come si può immaginare che sulla panchina del Napoli possa andarci Conte?

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