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BERRUTO: “AGLI SPORTIVI NON DOVREBBE PASSARE IN TESTA DI SCOMMETTERE, PROPOSTA DI LEGGE CONTRO LA LUDOPATIA”

Mauro Berruto sul nuovo caso calcioscommesse

Mauro Berruto, ex ct della nazionale di pallavolo e Membro della Camera dei deputati della Repubblica Italiana, è intervenuto ai microfoni di TvPlay.it

“AGLI SPORTIVI NON DOVREBBE PASSARE IN TESTA L’IDEA DI SCOMMETTERE“ – “Faccio veramente fatica a trovare un punto di vista in questa vicenda. Siamo di nuovo di fronte a un problema e una situazione estremamente spiacevole che coinvolge il calcio italiano e alcuni dei suoi protagonisti. Non c’è un punto di partenza dal quale io riesca a definire la situazione, sicuramente ne esce con le ossa rotte il mondo del calcio, che continua a mettere sotto il tappeto, si sta allontanando il calcio dai suoi tifosi. Non passano due mesi senza che accadano fatti spiacevoli. Ho passato circa 25 anni della mia vita con la federazione, c’è una norma che vieta espressamente ai tesserati di scommettere, ci mancherebbe altro aggiungo, non dovrebbe neanche venirgli in testa. Poi si amplierebbe il discorso anche alle scommesse illegali, che sono un altro capitolo”.

“PROPOSTA DI LEGGE PER LA LOTTA ALLA LUDOPATIA” – “Fortunatamente oggi c’è ancora un limite per quanto riguarda la pubblicizzazione di scommesse sportive, almeno nel calcio, poi ovvio che spesso viene aggirato. Non ho posizioni intermedie, credo sia una cosa da controllare, c’è una mia proposta di legge in questo momento, che vuole proporre la creazione di un fondo strutturale annuo da 80 milioni annui per promuovere la cultura dello sport e per combattere la ludopatia. Ad oggi esiste un business molto importante sulle scommesse che esistono perché esiste lo sport, nella mia proposta di legge si parla di una extra tassazione sugli utili generati per finanziare 80 milioni e per così andare a finanziare lo sport di base, la lotta alle ludopatie e progetti per un approccio infrastrutturale ma anche culturale”.

“NON SO DEFINIRE COSA SIA PEGGIO IN QUESTA VICENDA“ – “Il mio commento per ora si riferisce a Fagioli che si è autodenunciato, per tutto il resto è ovvio che bisogna aspettare e avere informazioni certe. Siamo sotto scacco di un personaggio come Corona che non ha una storia cristallina alle spalle e che ha deciso di suscitare interesse nella maniera descritta. C’è sempre un aspetto legislativo normativo e poi l’aspetto di fare il lavoro con coscienza e nel miglior modo possibile, questa carrellata di nomi che sembrano un modo di tenere alta l’attenzione non è bello, ma di tutta questa vicenda come dicevo prima non so dove cominciare nel definire cosa sia peggio”.

“IL CALCIO DEVE FARE UN PERCORSO CULTURALE” – “L’articolo 24 è molto chiaro, va fatto rispettare. Difficile trovare una norma perfetta per curare questo aspetto, serve un percorso culturale che il calcio deve intraprendere nei confronti di sé stesso”.

“LO SPORT PORTA DIRITTI, MA COMPORTA DOVERI” – “Se lo si chiede a me, ex protagonista dello sport che oggi si occupa di politica dello sport, la soluzione è che nessun professionista possa scommettere sul proprio sport o su altri. Inizio a vedere distinzioni sulle discipline. Il 20 di settembre abbiamo festeggiato una giornata bellissima, perché abbiamo fatto nascere il diritto allo sport, da sportivo ricordo che lo sport comporta anche doveri, non solo diritti. Credo sia un dovere basico di chiunque abbia nella sua professione la possibilità di guadagnare grazie allo sport il rifiutare la tentazione della scommessa. Senza entrare sulle scommesse illecite, anche per le scommesse lecite trovo sia giusto che uno sportivo non possa scommettere”.

 

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