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Ciro Carbone al centenario dell’AIA Napoli: “Non vedere un fuorigioco di un tacchetto è un orgoglio”

Ciro Carbone, le parole al centenario dell'AIA Napoli

Ciro Carbone, storico assistente di Daniele Orsato, è intervenuto al centenario dell’AIA Napoli: le dichiarazioni rilasciate alla stampa.

E’ un giorno speciale per la sezione AIA di Napoli che festeggia il suo centenario. Nella sala dei Baroni del Maschio Angioino del capoluogo campano si è svolto un evento in cui hanno partecipato diversi arbitri e assistenti di Serie A, tra cui Ciro Carbone, storico assistente di Daniele Orsato con cui hanno diretto una delle semifinali dello scorso Mondiale in Qatar.

Alla presenza anche di Carlo Pacifici, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, i protagonisti sono saliti a turno sul palco e si sono intrattenuti anche con la stampa a margine della cerimonia. I direttori di gara, sempre sotto giudizio dei tifosi e dell’opinione pubblica non solo in Italia ma anche negli altri paesi, hanno affrontato tanti temi interessanti.

Come quelli toccati con mano da Ciro Carbone che ha risposto alle domande dei giornalisti comprese quelle ai microfoni di TVPlay. E’ stato inevitabile parlare delle tecnologia che dall’esterno ha reso più “facile” il lavoro dei guardalinee, chiamati comunque a svolgere tanti altri compiti di supporto durante una partita.

Carbone sul fuorigioco di Kean: “Al momento non sai di quanto sia”

In questi mesi il mondo arbitrale italiano si sta aprendo maggiormente ai tifosi spiegando in televisione, attraverso gli audio registrati tra campo e VAR, i casi da moviola più importanti delle varie giornate di campionato. Come per esempio il gol annullato a Moise Kean per un fuorigioco millimetrico contro il Verona, inizialmente non ravvisato dall’assistente Ciro Carbone.

Ciro Carbone, l'intervista ai microfoni di TVPlay
Moise Kean, attaccante della Juve (LaPresse) – TVPlay.it

In questi casi però in realtà c’è poco da discutere finché la regola resterà quella attuale e non si tornerà magari al “concetto di luce”. All’Allianz Stadium infatti l’attaccante della Juve sarà sicuramente stato fortunato ma, prima di ricevere il pallone del compagno, nell’incrocio di corsa con l’avversario aveva “un tacchetto” davanti.

Un minimo vantaggio che però con l’introduzione del “fuorigioco semiautomatico”, preciso al millimetro, è stato ravvisato dalla macchina e segnalato dalla sala VAR correggendo la decisione sul campo. In questo caso infatti l’arbitro Feliciani aveva convalidato il gol senza la segnalazione di Carbone che però è giustificato: “Nel momento in cui l’arbitro viene richiamato non ti riferiscono di quanto sia stato il fuorigioco quindi in quel momento tu hai solo un feeling personale, pensi che sia di poco ma possibilmente può essere anche più grosso. C’è l’esperienza che ti aiuta a tenere botta e continuare la partita. Certo poi a fine partita quando vedi che era di un tacchetto sei orgoglioso di non averlo visto, sei umano ed è ancora comprensibile”, ha spiegato davanti alle telecamere.

Carbone sui giovani arbitri: “I compensi e la violenza sono problemi”

Sulla forte influenza della tecnologia sul suo lavoro però non è contrario: “Al contrario di come si possa pensare, l’abbiamo accolta con grande favore. Per noi è semplicemente un aiuto e ci adeguiamo, non solo la accettiamo ma la favoriamo. E’ un finto problema, il ruolo dell’assistente diventa sempre più moderno perché il fuorigioco è quello più visibile ma ci sono una serie di situazioni dove si collabora con l’arbitro che è il leader ma viene supportato da tutti i suoi assistenti”.

Infine si parla sul futuro di questo settore, sempre meno attraente per i giovani per una serie di problematiche: “Per le vocazioni a fare l’arbitro non credo sia un problema solo italiano ma generazionale. Lo vedo con i miei nipoti più piccoli che si affezionano meno al calcio rispetto a quanto facevamo noi alla fine negli anni ’90. Ovviamente fa da padrone il discorso che nelle categorie minori e il settore giovanile scolastico non vengono retribuite le spese, stiamo facendo tanto per aumentare i rimborsi e poi c’è da affrontare il tema della violenza. Mi metto nei panni di un genitore che ha grande difficoltà a incentivare questo tipo di percorso, sarei preoccupato pure io”.

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