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MATTIA GRASSANI: “CLUB CONTRARI ALLA SUPERLEGA POTREBBERO CAMBIARE IDEA. DIRITTI TV, CHE RIVOLUZIONE ADESSO”

Mattia Grassani, l'intervista esclusiva a TVPlay sulla Superlega

Mattia Grassani, avvocato ed esperto di diritto sportivo, è intervenuto ai microfoni di TVPlay: le sue dichiarazioni sulla Superlega.

“SENTENZA STORICA, IL CALCIO NON PIU’ LEGATO A POCHE SIGLE” – “E’ vero che il principio ribadito più volte dalla Corte Europea è il liberismo economico e commerciale perché nel 2023 posizioni monopolistiche o di esclusiva non sono più tollerate. Si pensava però che nel calcio FIFA e UEFA potevano farla franca anche questo giro. La portata di questa sentenza non possiamo definirla adesso, possiamo fare ragionamenti o ipotizzare scenari applicativi ma sicuramente  qualcosa di storico sta avvenendo. E’ stato smantellato il principio che si può fare sport professionistico solo all’interno di determinate sigle questo vuol dire che si potrebbe fare un campionato parallelo a quello nazionali o superleghe come nel basket o rugby. Di certo nel mondo del calcio non sarà agevole perché c’è un problema di organici, giocatori e singole federazioni come la nostra che hanno preso posizioni contrarie, bandendo qualsiasi partecipazioni ad altri campionati non organizzati dalla FIGC”.

“E’ PRESTO PER PARAGONARLA ALLA SENTENZA BOSMAN” – “Nel caso i diritti televisivi e i proventi non saranno gestiti soltanto da un soggetto, la portata di questa decisione è sicuramente rivoluzionaria. E’ presto per dire se avrà gli stessi effetti di quella Bosman, è prematuro paragonarle ma certamente offre la possibilità agli eventuali organizzazioni che intendessero affacciarsi nei nostri campionati e dare una vita a una competizione d’elite, non per diritti meritocratici ma per bacini d’udienza, storia sportiva o forza economica è un’ipotesi da prendere in considerazione”.

“I CLUB HANNO MAGGIORE POTERE, NON SONO PIU’ UN NUMERO” – “La sentenza di Lussemburgo non parla di numero mandati e pesi elettorali, Ceferin potrà continuare a essere il presidente della UEFA ma è stato abbattuto il suo monopolio che si rifà al principio di concorrenza e libertà di mercato all’interno del business sportivo. Questa decisione rimette al centro di qualunque progetto calcistico i club che non sono più un numero in uno scacchiera gestito esclusivamente da pochi organi. D’ora in avanti per organizzare le competizioni, per evitare che i club possano aderire ad altri partner, devono necessariamente sedersi al tavolo e a quel punto avranno un peso che fino a oggi non hanno avuto o un maniera marginale”.

“MAGGIORI RICAVI POSSONO CONVINCIRE GLI OPPOSITORI” – “Non ho sentito il presidente De Laurentiis, certamente in questo momento siamo alle belle parole, alle dichiarazioni programmatiche e agli schieramenti in corso. Oggi i club che dicono assolutamente no e sono contrari, domattina di fronte a un piano industriale concreto con un contratti più alti della UEFA non credo continueranno a tenere queste posizione e probabilmente cambierebbero idea”.

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