L’ex arbitro di Serie C Andrea Nasti ha commentato le rivelazioni del suo collega alle ‘Iene’ dei giorni scorsi.
Il 23esimo turno del campionato di Serie A di quest’anno è terminato ieri sera con la gara tra la Roma ed il Cagliari. Il risultato finale del match è stato un 4-0 netto da parte degli uomini di De Rossi nei confronti del team sardo. Il big match di quest’ultima giornata, invece, è stato sicuramente quello di domenica tra l’Inter e la Juventus.
I nerazzurri, di fatto, hanno portato a casa il successo con l’angolo di Gatti, il quale potrebbe diventare decisivo nella corsa scudetto. Con questa vittoria, infatti, l’Inter ha portato il proprio vantaggio sulla ‘Vecchia Signora’ a quattro punti, margine che può anche aumentare grazie alla gara da recuperare dagli uomini di Simone Inzaghi contro l’Atalanta di Gian Piero Gasperini.
Tuttavia, oltre ai ‘consueti’ risultati delle varie partite, questo campionato è contraddistinto anche da tantissime polemiche arbitrali. Basti pensare anche all’intervista dell’arbitro anonimo’ alle ‘Iene’ che ha ‘svelato’ le lotte interne al mondo arbitrale italiano. A conferma di queste rivelazioni sono arrivate anche le dichiarazioni di Andrea Nasti.
L’ex arbitro Andrea Nasti: “Il mio collega ha fatto bene a scegliere l’anonimato”
L’ex arbitro di Serie C, sempre alle ‘Iene’, ha infatti rilasciato queste parole sul suo collega: “Loro sanno benissimo che quello che ha detto è la verità. Capisco che abbia scelto l’anonimato, visto che in quel momento avrebbe messo una pietra tombale sulla sua carriera. Se un soggetto parla al di fuori dal consueto coro della governance attuale, purtroppo, viene sia messo da parte che accantonato”.
Andrea Nasti, che ha anche sfiorato la possibilità di poter arbitrare in A ed in B, ha poi concluso il suo intervento: “Perché ho deciso di farmi avanti adesso? Perché l’anno scorso, ovvero l’anno in cui potevo essere promosso in Serie A ed in Serie B, sono successe cose molto, molto strane. Il motivo? Probabilmente, perché la mia sezione (ovvero quella di Napoli) e la mia regione (Campania) non erano vicine alla governance di quel momento”.