L’UEFA non molla. Il massimo organismo calcistico europeo attacca l’Arabia Saudita e rilancia la sfida in campo internazionale
Con la fine dell’inverno e l’avvicinarsi della primavera tornano le coppe europee e soprattutto l’attesa delle sfide ad eliminazione diretta. È il momento in cui in qualche misura il massimo organismo del calcio internazionale, l’UEFA, celebra se stesso. Ma se il presente è ricco di soddisfazioni, il futuro si presenta ricco di insidie per i vertici di Nyon, chiamati ad affrontare sfide molto delicate. In primis la famigerata Superlega, che la Commissione di Giustizia Europea ha in qualche misura sdoganato. All’orizzonte c’è poi un’altra minaccia, forse anche più insidiosa e concreta: l’avvento sulla scena dell’Arabia Saudita che a suon di milioni di euro vuole ridisegnare gli equilibri del calcio internazionale.
I dirigenti dell’UEFA però non sembrano temere la crescita del calcio a Riad e dintorni. Mentre il presidente Alexsander Ceferin ha annunciato che non si ricandiderà alla fine del suo mandato previsto nel 2027, il vice segretario e braccio destro dell’avvocato sloveno, Giorgio Marchetti, ribadisce la supremazia del calcio made in Europa e respinge l’assalto teorico dei fondi sovrani sauditi.
UEFA, il monito del vice di Ceferin scuote l’Arabia Saudita: “Nessun pericolo per noi”
Il numero due di Nyon ha rilasciato importanti dichiarazioni nel corso del forum “Osservatorio Valore Sport” organizzato da The European House Ambrosetti. “Quello che dobbiamo gestire oggi a livello europeo è una sfida enorme: mantenere unito il calcio – ha aggiunto -. La Superlega nasce come idea tanti anni fa, ma oggi ci troviamo a gestire un atto più concreto“. Proprio per questa ragione è una minaccia che va respinta con grande forza e con ogni strumento a disposizione di Nyon.
Marchetti poi stronca sul nascere le velleità dell’Arabia Saudita di stravolgere gli equilibri consolidati nel mondo del calcio: “Sappiamo che c’è Arabia Saudita, che è un colosso, ma è difficile che possa insidiare il calcio europeo. Ci sono cose molto difficili da acquistare. Non si può acquistare il retaggio e la storia. Non si può trasportare il Manchester United in Arabia o il Bayern negli Stati Uniti“.
Durante il suo intervento Marchetti ha poi avanzato un confronto tra un grande evento calcistico come la finale di Champions League e il Super Bowl, la finale di Football americano: “Anche noi potremmo vendere i biglietti a 10mila euro, ma scegliamo di non farlo perché c’è un limite commerciale che non vogliamo sforare perché alla base per noi resta il tifoso che è un patrimonio“.