Il commissario tecnico della Nazionale ha rilasciato un’intervista in cui ha toccato alcuni argomenti piuttosto curiosi: l’analisi.
Luciano Spalletti rientra senza dubbio nella cerchia di quei personaggi che, nel mondo del calcio, sono in grado di far costantemente parlare di sé. Al di là delle competenze puramente tecniche e di campo, l’attuale commissario tecnico della Nazionale italiana ha più volte dimostrato di essere prima di tutto un uomo dalla spiccata personalità e intelligenza. Sei mesi dopo l’addio di Roberto Mancini, approdato sulla panchina della Nazionale dell’Arabia Saudita, è già tempo di primi bilanci per l’ex allenatore del Napoli.
Il suo nuovo corso, infatti, ha già portato un primo traguardo importante: la qualificazione agli Europei che si disputeranno in Germania il prossimo giugno. Un obiettivo non più così scontato, se si tiene in considerazione che la Nazionale italiana non gioca un Mondiale da ben due edizioni di fila. E’ evidente che Spalletti, dopo aver ricucito lo scudetto sulle maglie del Napoli a oltre 30 anni di distanza dall’ultima volta, stia portando la sua formula vincente anche all’interno di Coverciano, dove tutti si augurano che il suo arrivo, datato pochi mesi fa, sia soltanto l’inizio di un percorso di grandi successi in azzurro.
Spalletti e l’ossessione per la PlayStation: il curioso retroscena
Luciano Spalletti, in una recentissima intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha affrontato diversi temi piuttosto curiosi, in cui ha voluto soffermarsi su quella che considera una cattiva abitudine delle giovani generazioni dei nostri giorni. “I cellulari devo sopportarli, ma non possono essere tenuti sul lettino dei massaggi e durante le cure. Ho parlato di videogiochi perché ci sono state cose che non mi sono piaciute. Voglio far rivivere i raduni e i ritiri di un tempo: vecchie abitudini e atmosfere. Cose semplici e sane. E Buffon in questo mi aiuterà. Se la modernità è giocare alla PlayStation fino alle 4 di mattina quando c’è la partita il giorno dopo, allora questa modernità non va bene”, ha affermato in maniera convinta e decisa il commissario tecnico della Nazionale.
Una presa di posizione non nuova soprattutto ai tifosi della Roma. Sì perché riavvolgendo il nastro dei ricordi e tornando alla stagione 2015/2016, Spalletti si infuriò con alcuni sui giocatori dopo una sconfitta, prendendo di mira in particolare Pjanic, Nainggolan, Totti e Manolas a causa della loro ‘cattiva’ abitudine di giocare online (in particolare a poker) o ai videogiochi, distraendosi dunque dal proprio lavoro. “I tifosi non saranno contenti di sapere che professionisti pagati milioni di euro all’anno invece di fare il proprio lavoro fanno le ore piccole a giocare al pc o alla PlayStation”, disse all’epoca.
Per il tecnico, infatti, alcune abitudini sono deleterie nell’intenzione di rendere solido il gruppo, ma soprattutto rischiano di distrarre i giocatori dal vero obiettivo, ovvero vincere partite e trofei. La decisione di vietare la PlayStation in vista degli Europei è un segnale forte di un allenatore vecchio stampo e, quando necessario, dal pugno duro per il bene del collettivo.