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JASMINE KEYS: “Il CAMPIONATO FEMMINILE DI BASKET LO VORREI PIU’ ORGANIZZATO, NBA NON MI APPASSIONA. SQUADRE MASCHILI HANNO PIU’ STRUTTURE E VISIBILITA'”

Jasmine Keys, cestista italiana che veste la casacca del Familia Basket Schio, è intervenuta in diretta ai microfoni di TvPlay.

“NON HO RITI SCARAMANTICI, HO LA FORTUNA DI TROVARE VELOCEMENTE LA CONCENTRAZIONE” – “Gara 3 sarà sicuramente più tosta perché è difficile giocare a Praga, ma noi siamo molto motivate e sappiamo che è un’occasione che non possiamo farci sfuggire. Noi italiani siamo molto scaramantici nel preparare queste partite. Io personalmente non ho routine o rituali particolari, se non ascoltare la musica, ma riesco a concentrarmi molto velocemente. Se ho un piano partita, infatti, riesco a seguirlo alla perfezione, mi calo rapidamente nella concentrazione. A livello di squadra è importante sfruttare il periodo di riposo, quando concesso, e affinare le ultime cose durante gli allenamenti”.

“CALCIO SPORT PRINCIPALE PER UNA QUESTIONE ECONOMICA” – “In Italia lo sport principale è il calcio maschile, ma quando magari parlo con altre persone si dice sempre che è una questione economica, ovvero che il calcio porta più introiti economici ed è uno spettacolo che attira maggiormente. Io credo che ci sia una mentalità un po’ stereotipata, e credo che non si dia la giusta importanza ad altri sport minori che invece meriterebbero di essere maggiormente calcolati”.

“TROPPO SESSISMO NELLA SOCIETA’ E NESSUNO CHE PROVI A ESPORSI” – “Nella società ci sono molte ingiustizie a livello di sessismo e misoginia, e non se ne parla mai abbastanza. E’ ovvio che sono aspetti che non vanno bene, ma il problema è che non ci sono persone di riferimento che vogliano esporsi a riguardo”. 

“MI PIACE IL MONDO DEI MEDIA, AVEVO UN CANALE YOUTUBE” – “Il mondo dei media mi piace molto, così come montare i video. Se avessi un po’ più di tempo mi piacerebbe portare avanti qualcosa del genere, anche legato ai videogiochi, come tra l’altro facevo in passato quando avevo un canale YouTube. Magari se avessi continuato quella strada non sarei qui a parlare di basket o a rivendicare i miei diritti. I social sono sempre più usati e sono utili come piattaforma di interazione. Ora come ora, però, appena esco dalla palestra voglio concentrarmi su altro che non sia il basket quindi magari per me sarebbe difficile portare eventuali contenuti legati al mio lavoro”.

“MI PIACE STUDIARE, NON VOGLIO INCANALARE LE MIE ENERGIE SOLO SUL BASKET” – “A me piace studiare e mi ha sempre incuriosito farlo. Sono laureata in psicologia, quando ho finito la triennale ho resistito tre mesi concentrandomi solo sul lavoro, ma a un certo punto mi sono reso conta che se incanalo tutte le energie sul basket impazzisco, quindi cerco di tenermi impegnata anche con tanti altri piccolo hobby”.

“CAMPIONATO DI BASKET FEMMINILE DOVREBBE ESSERE PIU’ ORGANIZZATO” – “C’è molta crisi nel basket femminile e si nota molto il divario tra A1 e A2. Ora c’è un po’ di casino con i contratti e alcune società sono un po’ in difficoltà da un punto di vista economico. Siamo in poche, e io credo che si potrebbe fare un campionato decisamente più organizzato di quello che abbiamo ora”.

“NELL’EVENTO CON LE SQUADRE MASCHILI SIAMO FINITE IN SECONDO PIANO, PER ME E’ STATO TRISTE” – “Abbiamo appena fatto la Coppa Italia a Torino, organizzata dalla Lega Basket maschile, e da un lato è andata bene perché eravamo nel palazzetto più bello d’Italia in un evento con più visibilità. D’altro canto, invece, siamo passate un po’ in secondo piano e ho vissuto male questo aspetto. Pur avendo vinto, a livello psicologico mi sono sentita oscurata dal basket maschile tanto che nel viaggio di ritorno sono stata in silenzio per tutto il tragitto. Ci hanno trattato come se fossimo di Serie B. Anche gli accrediti che avevamo ce li hanno dati lontanissimi dal campo da gioco, ad esempio mia madre manco vedevo dove si era seduta. Oppure non potevamo entrare in campo prima delle 13 perché stavano facendo le premiazioni per la finale maschile. Tra l’altro l’MVP dei maschi ha vinto un orologio, mentre noi soltanto una coppa. Il problema è che noi accettiamo sempre queste condizioni e non ci ribelliamo mai, magari in alcune occasioni sarebbe meglio rifiutare”.

“L’NBA NON MI APPASSIONA, TROPPO SHOW”“Non sono una grande fan dell’NBA, per me è tutto show. Mi piacerebbe magari fare un evento importante che possa coinvolgere tanta gente. L’amicizia tra cestisti donne e uomini c’è, assolutamente, poi non so se vengono a vedere anche le nostre partite. A livello di gestione, però, la squadra maschile ha sempre la priorità anche negli orari della palestra, mentre noi spesso ci dobbiamo adattare”.

“CONSIGLIO ALLE RAGAZZE GIOVANI DI CONTINUARE A SACRIFICARSI PER I PROPRI OBIETTIVI” – “Come consiglio a una giovane cestista direi che i sacrifici prima o poi vengono ripagati. All’inizio sembra tosta e ogni allenamento sembra non servire, ma alla lunga penso che sia bello combattere per qualcosa. Un’esperienza all’estero personalmente mi piacerebbe farla, però in Europa. Poi dipende uno cosa cerca e che rapporto ha col basket, anche se io non mi faccio molti programmi e se una cosa mi fa stare bene me la vivo”.

“MOVIMENTO FEMMINILE IN CRESCITA, LAVORIAMO PER QUESTO” – “Il movimento femminile sta crescendo, speriamo di poter portare a casa qualche risultato importante. A me ha fatto sorridere i play-off contro Bologna con il Paladozza pieno di gente: ho avuto i brividi”.

“NON DO TROPPA IMPORTANZA ALL’ATMOSFERA CHE TRASMETTE IL PUBBLICO” – “Avendo giocata coi palazzetti vuoti durante il Covid ormai sono abituata. Schio tiene 2.500 persone e vederlo pieno fa tutto un altro effetto, anche se sono pochi sono molto attivi e danno energia. Anche in Coppa Italia, ad esempio, c’era molta gente. Io non ci do molta importanza sinceramente, anche se l’atmosfera senza dubbio è coinvolgente”.

“DIFFICOLTA’ IN QUESTA STAGIONE, DOBBIAMO RITROVARE CONTINUITA'” – “In questa stagione abbiamo avuto un po’ più di difficoltà rispetto agli altri anni. Credo che il nostro compito sia di trovare un po’ più di continuità e la Coppa Italia ci può aiutare in questo. I play-off, inoltre, cambiano molto gli equilibri perché si gioca più spesso”.

“SQUADRE MASCHILI HANNO STRUTTURE PIU’ ALL’AVANGUARDIA” – “Ho una grande amica che gioca a Bologna e mi racconta che hanno macchinari all’avanguardia, quindi da un punto di vista medico e di strutture sono più organizzate, anche perché devono curare anche i maschi. In generale quelle squadre femminili che condividono i palazzetti coi maschi hanno strutture più nuove”.

“IL RAZZISMO L’HO VISSUTO SOLO SUI SOCIAL E NON NEL BASKET” – “Il razzismo nella pallacanestro non l’ho mai vissuto in prima persona, per fortuna. Magari l’ho vissuto più sui social, ma per me queste cose non hanno peso perché so che la mia pelle non è un elemento di discriminazione per cui sentirmi in colpa. Capisco però che non tutti possano reagire così. L’aspetto fisico? Non siamo modelle”. 

 

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