Diego Armando Maradona è per sempre. Il fuoriclasse argentino è stato l’idolo di milioni di sportivi, anche non legati al calcio
In un continente come il Sudamerica che da sempre si nutre dei reale meraviglioso, di fantasia e di figure mitiche, Diego Armando Maradona incarna alla perfezione questi valori. L’ex fuoriclasse del calcio mondiale, scomparso poco più di tre anni fa in circostanze ancora tutte da chiarire, è per l’Argentina il simbolo della grandezza, del genio assoluto al servizio di un Paese intero. L’ex Pibe de Oro ha fatto sognare intere generazioni di giovani appassionati di calcio e non solo, ragazzi che sono cresciuti nutrendosi delle sue imprese straordinarie. Il mondiale vinto nel 1986 in Messico da autentico leader e trascinatore fu la definitiva consacrazione di Dieguito e santificò il legame indissolubile tra lui e gli argentini.
Come accennato prima, non solo i tifosi e i ‘malati’ di calcio hanno fatto di Maradona il proprio idolo. In questo caso un grande allenatore di rugby se n’è alimentato fin da bambino. Parliamo di Gonzalo Quesada, cinquant’anni, commissario tecnico della Nazionale italiana da poco più di due mesi.
Quesada, una carriera costellata di successi da giocatore prima e da allenatore poi, è balzato agli onori della cronaca grazie alla straordinaria impresa compiuta oggi dagli azzurri che allo stadio Olimpico di Roma hanno battuto con il punteggio di 31-29 la fortissima Scozia in una gara valida per il Sei Nazioni. Un risultato di portata storica, considerato il fatto che l’Italia non vinceva in casa da ben undici anni.
Quesada in soli due mesi ha ribaltato tutto, cambiando abitudini e mentalità della squadra. Se l’Italrugby sembra in grado di raggiungere risultati mai conquistati prima lo dovrà soprattutto a questo grintoso e determinato allenatore argentino. Quesada conosceva già molto bene pregi e difetti del rugby azzurro e non ha avuto alcun dubbio nell’accettare l’incarico offertogli dalla Federazione italiana.
Oltre alla passione per la palla ovale però, l’ex allenatore dello Stade Francais ha coltivato l’amore per il calcio e soprattutto per il suo grande idolo, Diego Armando Maradona. Quando l’Argentina trionfò in Messico, Quesada aveva solo dodici anni, dunque un adolescente.
E non c’è niente di più facile per un giovane di quell’età appassionarsi al grande campione, al fuoriclasse che fa sognare ad occhi aperti. Crescendo però il ct dell’Italrugby ha scelto la palla ovale e a quanto pare con eccellenti risultati.
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