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BUCCHI: “PARMA BRAVO A INSISTERE SU PECCHIA. IL CATANZARO E’ LA MIA SQUADRA PREFERITA. DE LAURENTIIS VISIONARIO, MA SI APPREZZA POCO PER UN MOTIVO”

Christian Bucchi, allenatore italiano, è intervenuto in diretta esclusiva ai microfoni di TVPlay: le sue dichiarazioni sul calcio italiano.

“ESONERO CONTROVERSO DI CASERTA, IL COSENZA E’ IN LINEA COL LIVELLO DELLA SQUADRA” – “Sono molto dispiaciuto dell’esonero di Caserta, lo stimo molto è un amico e un ottimo allenatore ma soprattutto una gran bella persona. Quando c’è un cambio in panchina c’è sempre da fare una valutazione generale. Quest’anno, lo dico da spettatore esterno, intorno al Cosenza credo si sia creata una pressione ingiustificata e per questo si ha una visione negativa del campionato del Cosenza. Negli ultimi anni però ha vissuto delle stagioni con andamenti negativi con playout e ripescaggi. Quest’anno c’era la volontà di alzare l’asticella, penso abbia una buona squadra per poter raggiungere una salvezza tranquilla che è quello che sta facendo ma non di più e gli attuali 34 punti sono in linea con le giuste aspettative”.

“NESSUN DUBBIO SUL PARMA, E’ LA SQUADRA PIU’ FORTE DELLA SERIE B” – “Non avevo dubbi sul Parma, è stata una società lungimirante sbagliando nella prima stagione di Serie B perché pensava subito di vincere, trovando però difficoltà. Mi aspettavo un campionato da protagonista, la continuità di tenere Pecchia ha pagato e credo abbia l’organico più forte”.

“L’ASCOLI HA CAMBIATO TANTO NEGLI ULTIMI ANNI, MANCA EQUILIBRIO” – “L’Ascoli deve trovare un po’ di equilibrio, sono stato molto bene nella mia parentesi e credo sia stato il momento più tranquillo della sua storia recente. Negli ultimi anni si succeduti diversi direttori sportivi e allenatori. Non c’è chiarezza su chi compone e allena la rosa, queste situazioni non danno la giusta continuità per i risultati in campo”.

“INSIGNE PAGA LA POCA FIDUCIA E CONTINUITA’ AL PALERMO” – “Credo che Insigne possa fare la differenza in Serie B. L’ha dimostrato nel Benevento e nel Frosinone manca il sentire la fiducia e giocare con continuità al Palermo che comunque ha una rosa ricca di giocatori forti in attacco la concorrenza è nutrita e di alto livello. Io sono riuscito a capirlo, in termini numerici è stata una stagione devastante tra gol e assist e questo un calciatore non lo dimentica. Lui, ma non solo, riesce a fare qualcosa in più quando si sente importante perché conta anche lo stato d’animo ma un allenatore ovviamente fa le scelte per il bene della squadra”.

“IL CATANZARO E’ LA MIA PREFERITA, METTE LE IDEE DAVANTI AL RISULTATO” – “Mi piace molto il Catanzaro perché giocano bene, non c’è solo il calore di una piazza storica ma questa società e l’allenatore hanno costruito intorno a questo entusiasmo un progetto tecnico molto bello qualsiasi sia il risultato e questo i tifosi lo apprezzano. In Italia abbiamo bisogno di migliorare la qualità delle nostre partite, fregandocene del risultato fine a sé stesso avendo un’idea e portandola avanti ma i nostri progetti sono sempre rivolti a ieri non al domani. E’ meglio perdere una partita giocando bene per intraprendere la giusta strada per arrivare a un obiettivo più grande anziché vincere grazie a qualche episodio favorevole”.

“IL NAPOLI, COME LE ALTRE BIG, DEVE AVERE UNO STADIO DI PROPRIETA'” – “Il nuovo stadio era un argomento all’ordine del giorno perché le difficoltà del San Paolo sono oggettive. Negli anni in cui ero al Napoli ci sono state diverse volte dove, a causa di piogge più forti, si allagava parte della palestra e la zona degli spogliatoi. Ora nonostante siano stati fatti dei lavori è uno stadio effettivamente problematico. Ovviamente ci sono i ricordi, la storia, Maradona ma oggi i nostri club importanti devono avere degli stati di proprietà. Le strutture sono una grande differenza con gli altri paesi esteri, qui non ci sentiamo sicuri e non si vede bene la partita e bisogna cambiare anche a costo di abbandonare le vecchie case come lo stesso San Siro e l’Olimpico”.

“DE LAURENTIIS HA MANTENUTO LE PROMESSE E RAGGIUNTO UN RISULTATO STRAORDINARIO” – “Io ho fatto parte del primissimo Napoli che aveva vinto appena la Serie C e ho capito subito le alte ambizioni di De Laurentiis. E’ sicuramente un visionario. Lui parlava di quello che sarebbe stato lo sviluppo successivo del calcio in Cina e in America. Noi quasi divertiti, ridevamo e scherzavamo. Dopo qualche anno si è verificato. Alla fine si è veramente verificato, segno che c’è la visione di un uomo abituato a vivere i continenti e lo sviluppo del mondo. All’epoca c’era questo grande progetto ma ovviamente non è scontato portarlo a compimento. Sono tantissimi i presidenti che hanno investito molti soldi senza arrivare agli obiettivi. Credo che De Laurentiis abbia avuto sempre una grandissima gestione economica, una solidità e ha l’intuito per certe scelte a volte bizzarre e folli, che se si incastrano rendono tutto molto bello. Vedere un Napoli che da anni gioca in Europa, ha vinto il campionato dopo tantissimo tempo, è un risultato incredibile e pazzesco. Probabilmente lo si apprezza poco perché ormai siamo abituati e lo diamo per scontato”.

“DE ROSSI COME GILARDINO, SI TROVANO MEGLIO NELLE GRANDI REALTA'” – “E’ paradossale ma persone con umanità e spessore di altissimo livello sono facilitate ad avvicinarsi di più a un livello di calcio più alto. Un De Rossi per esempio trova meno difficoltà a relazionarsi nello spogliatoio della Roma rispetto a quello della SPAL dove c’erano giocatori minori, con meno esperienza e vissuto. E’ la stessa cosa di Gilardino e altri campioni del mondo che parlano una lingua diversa e riescono a relazionarsi con calciatori dai contenuti tecnici e umani superiori e più simili a loro”.

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