Clamorosa e pesante accusa rivolta dal presidente di un club nei confronti della propria squadra. Si attende una reazione da parte della Procura Federale
Sono passati più di dieci anni da quando alcuni giocatori e allenatori, nomi anche illustri nella storia recente del calcio italiano, furono accusati di aver preso iniziative nel tentativo di acquistare e vendere delle partite. Uno scandalo rivelatosi poi molto più presunto di quanto potesse sembrare inizialmente. I processi sportivi si risolsero con tante assoluzioni e con qualche lieve condanna, ma nessuna sanzione particolarmente dura. Dopo tanti anni però lo spettro e l’incubo delle gare truccate torna a fare tristemente capolino nel nostro calcio. E quanto sta accadendo in queste ore potrebbe aprire scenari quanto mai foschi: il presidente di un club di Serie B ha lanciato accuse pesantissime nei confronti della propria squadra.
La società in questione è il Lecco, la squadra bluceleste che l’estate scorsa ha festeggiato il ritorno in Serie B dopo mezzo secolo. Un’impresa straordinaria realizzata grazie a un imprenditore pugliese, Paolo Di Nunno, che dopo aver rilevato il Lecco nel 2017 promise ai tifosi il ritorno nella serie cadetta di lì a qualche stagione.
Una promessa mantenuta e che ha fatto di Di Nunno una sorta di eroe per i sostenitori del piccolo ma orgoglioso club lombardo. Il sogno realizzato dopo cinquant’anni però rischia di trasformarsi in un vero e proprio incubo e non solo per un ritorno in Serie C che appare ormai inevitabile, ma soprattutto a causa dei gravissimi sospetti avanzati dal patron pugliese.
Di Nunno nel commentare la sconfitta, l’ennesima di questo campionato, rimediata contro il Palermo, ha svelato le sue paure legate a comportamenti illeciti tenuti dai suoi giocatori. Le sue dichiarazioni, di inaudita gravità , sono destinate a scatenare polemiche e una sicura iniziativa da parte della Procura Federale.
“La reazione della mia squadra c’è stata, ma senza fare gol siamo destinati a retrocedere. I nostri avversari hanno sfoggiato anche un grande portiere, i nostri sono da Serie D. Del risultato mi interessa poco – ha aggiunto Di Nunno – perché ormai siamo condannati a retrocedere”.
Ma la retrocessione in Serie C a quanto pare rischia di essere l’ultimo dei problemi: “In realtà quello che mi preoccupa è altro. Ancora oggi nel calcio si vendono e si truccano le partite, ho paura di movimenti strani da parte dei nostri tesserati. Spero che mettano il telefono sotto controllo a tutti”. La bomba è esplosa, vedremo cosa accadrà .
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