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LUCIO MOS: “NDICKA E ERIKSEN CASI DIVERSI. IN SERIE A CONTROLLI ACCURATI, ALL’ESTERO SI MUORE DI CERTE MALATTIE”

Ndicka

L’intervista all’ex presidente della Società italiana di cardiologia dello sport e cardiologo sportivo Lucio Mos

BASTA UN’EMOZIONE PER SVENIRE” – “Sapete benissimo che basta un’emozione per svenire. Non ho idea di cosa abbia avuto Ndicka. Da quello che si è visto, non ha perso conoscenza. Ha messo la mano al petto, non ha avuto un infarto. Ci sono anche le banali sincope vagali. Non credo che abbia perso conoscenza, da quello che si è visto in televisione”.

CASO NDICKA NON E’ UGUALE A CASO ERIKSEN – “Ndicka non ha avuto la stessa cosa di Eriksen, perché questa può essere una banale sincope vagale. Basti pensare ai ragazzi che svengono, ce ne sono in ogni momento. Non si può dare un giudizio senza sapere cosa abbia avuto. Siccome gioca in Italia, la serietà dello screen sportivo in Italia è posto in modo che la gente muore meno sul campo. In Serie A i controlli sono particolarmente accurati e non credo si tratti di una patologia importante”.

IN ITALIA NON SI MUORE PIU’ DI CERTE MALATTIE COME ACCADE ALL’ESTERO”  – “La prevenzione c’è, l’obbligatorietà della visita – che ci sono solo in Italia e Grecia – prevede una visita e degli esami ben precisi. La scienza purtroppo non ci dà il 100%. Per certe patologie si muore ancora all’estero, mentre in Italia non c’è più nessuno che muore di cardiopatia ipertrofica durante lo sport, perché viene fermata. E’ una diagnosi che sappiamo fare. Per quanto riguarda le miocarditi, non si possono fare gli esami prima di ogni partita a tutti i soggetti. Se sono un medico e dichiaro idoneo un atleta, che tra 4-5 mesi ha una miocardite che può provocare aritmie, non posso diagnosticarle mesi prima. Le miocarditi possono derivare da infezioni virali. Tanti atleti, pur di riprendere subito, tendono a minimizzare”.

CI SONO PERSONE CHE NON ACCETTANO LE DIAGNOSI” – “Di fronte ad una sincope, meglio avvertire il medico e capire come fare. Faccio diagnosi anche di malattie brutte che non permettono di continuare sport e ci sono persone che non accettano le diagnosi”.

IL DEFIBRILLATORE E’ FACILE DA USARE. IL CORSO BLSD E’ MOLTO UTILE PER LE SCUOLE” – “Il defibrillatore è ormai obbligatorio in tutti gli stadi. A livello professionistico e dilettantistico rende obbligatorio il defibrillatore, che è molto facile da usare. Ti dice ormai lui cosa deve fare. Una cosa che si sta spingendo molto da tanti anni è che si fa in tutte le scuole superiori un corso di BLSD che porta via un giorno solo e che può essere molto utile in tutte le scuole, in modo tale che si imparino le manovre”.

NDICKA DOVRA’ FARE TUTTE LE INDAGINI, NON SO SE RIUSCIRA’ A TORANRE IN CAMPO PRIMA DELLA FINE DELLA STAGIONE” – “Non credo che Ndicka abbia avuto solo solo una compressione polmonare. Potrebbe anche aver subito un colpo intercostale e che ha causato una sincope riflessa. Se Ndicka ce la farà a rientrare prima della fine della stagione? Dipenderà da cosa ha avuto. Dovrà fare tutte le indagini”.

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