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MARCO NEGRI: “VI RACCONTO PAUL GASCOIGNE. ALLEGRI? E’ UNO DEI MIGLIORI ALLENATORI AL MONDO”

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Gianlorenzo Di Pinto

L’ex attaccante, tra le altre dei Glasgow Rangers, Perugia e Cosenza, Marco Negri è intervenuto in diretta su TvPlay

“UNA VOLTA CHE SEI DEI RANGERS LO SEI PER SEMPRE” – “Dicono che una volta che sei deI Rangers, sarai sempre Rangers. Alla presentazione della maglia Nike di Rangers facemmo una partita con 47 mila persone, era un’amichevole tra Rangers A e Rangers B. Come fa la Juventus prima di iniziare la stagione. Io sono andato in Scozia al buio, pochi italiani in quegli anni andavano all’estero. Lì ho iniziato a fare cose diverse, a vivere abitudini diverse. Pioveva sempre, avevo sistematicamente il raffreddore. L’alimentazione era completamente diversa, i miei compagni mangiavano patatine e pollo prima della partita, correvano il doppio di me. Qualcosa di incredibile, la mia carta magica era il gol. Segnando nessuna poteva dirmi nulla (ride, ndr)”.

“VI RACCONTO GASCOIGNE…” – “Non facevamo pre-gara. Dormimmo assieme per la partita. Ad un certo punto, nella hall vedo spalancarsi le porte dell’ascensore. Esce Gascoigne in canottiera e mutande. Prende tramezzini, li mette nelle mutande, poi sale nella sua camera. Il giorno dopo fece fare un gol a me e fece qualche giocata delle sue. Poteva fare qualsiasi cosa. Avevo una bella amicizia con Gazza. Un giorno andammo in una falconeria, una delle più famose del mondo, mi voleva far vedere la caccia con il falco. Uscì dalla cucina con un thermos, del caffe. Andammo con l’addestratore verso la foresta per cacciare i falchi. Dovevamo prendere conigli e lepri. Dopo 10 minuti, Gazza diede da mangiare ai falchi questi tramezzini e quando arrivammo nella foresta per cacciare i conigli, i falchi chiaramente non si alzarono in volo perché erano pieni. Gazza rideva tantissimo. Un’altra volta, invece, prese del pesce, lo incartò e lo mise in macchina di un fisioterapista. Dovette lavare la macchina, non capiva da dove proveniva la puzza.  Con Gazza ho anche fatto tre giorni a New York indimenticabili. Una volta dovevamo andare a cena, vide in un angolo un senzatetto e lo portò a mangiare con noi in ristorante per conoscere la sua vita. Le serate non erano mai noiose. Lui o Brian Laudrup? Fortissimi entrambi ma io se devo scegliere dico Gascoigne ma anche il danese era davvero forte. Grande eleganza in campo”.

“UNA VOLTA SEAN CONNERY…” – “Prima di una partita, entrò nello spogliatoio Sean Connery e mi disse ‘Io mi ricordo di te…tanti tanti gol, e poi che fine hai fatto?’. Era un tifosissimo dei Rangers”.

“GATTUSO ERA PERFETTO PER IL CALCIO SCOZZESE” – “Le caratteristiche di Rino Gattuso erano perfette per il calcio scozzese. Ricordo una partita quando ci fu un calcio d’inizio, Rino partì con un’entrata a due piedi e venne ammonito dopo 10 secondi. Prese un’ovazione da tutto lo stadio, impazzirono tutti. A Perugia, con Gattuso e Materazzi in squadra, la cosa importante era giocare in squadra con loro in allenamento”.

“VLAHOVIC NON STA CRESCENDO” –  “La cosa che mi preoccupa di più è non vederlo crescere molto. Adesso nel calcio moderno hai a disposizione video, lavoro extra, devi migliorare. Ma il problema del calcio italiano è che a 18-19 anni hanno un impatto incredibile, ma lo step successivo è faticoso, perché hanno raggiunto subito e bruciando le tappe tutte le nozioni che un tempo si assimilavano gradualmente. Oggi a 20 anni hai tutto il materiale da usufruire. La mia preoccupazione per Vlahovic, che reputo da grande club, è che non ho visto mettere quel qualcosa in più. Vedo poche volte fare uno smarcamento al momento giusto. Tante volte ha la frenesia di attaccare l’area e congestiona quello spazio. Secondo me, se riesce a mettere questo sapere nel suo gioco, può fare quel salto che tutti aspettano”.

“ALLEGRI E’ ANCORA UN TOP ALLENATORE” – “Era un direttore d’orchestra (i due hanno giocato insieme al Perugia, ndr), sapeva dettare i ritmi in campo. Avevo intuito che potesse diventare allenatore, mi ha stupito però la sua carriera da tecnico. E’ uno dei migliori al mondo secondo me. Ancora adesso? Sì, soprattutto se lo si mette nelle giuste condizioni di far bene. E’ un grande gestore è capace di dare sia il bastone che la carota quando serve. Lo vedo meglio in Italia che all’estero ad ogni modo”.

Gianlorenzo Di Pinto

Gianlorenzo Di Pinto, classe ’96. Laurea Magistrale in Comunicazione e Culture Digitali. Giornalista e Web Content Editor. Sono appassionato di sport, sociologia, geografia, serie-tv e videogames. Dal 2019 nel giornalismo online. Su TvPlay, inoltre, sono co-conduttore degli approfondimenti settimanali sulla Serie B e Serie C.

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