Proposte e modifiche per il futuro della Serie A, Gravina è al lavoro: i dettagli.
Weekend da dimenticare per la classe arbitrale nella 24ª giornata di Serie A. Sono almeno 4 gli episodi dubbi che hanno inevitabilmente caratterizzato le ultime partite disputate. Si parte con Como-Juventus, terminata 1-2 per i bianconeri, e dal tocco di mano di Federico Gatti che l’arbitro Abisso non ha giudicato irregolare.
E poi l’espulsione di Tomori in Empoli-Milan, poi vinta dai rossoneri. Il mancato intervento (legittimo) del Var non ha potuto che convalidare l’uscita dal campo del difensore milanista, poiché il Var non può intervenire sul secondo giallo ma soltanto sul rosso diretto. Ci sarebbe anche un’evidente cartellino (magari anche rosso) per Cacace che entra col piede a martello su Walker: Pairetto nemmeno lo ammonisce. E poi la trattenuta di Sabelli su Sanabria in Torino-Genoa. Nulla di fatto per Feliciani e per Di Paolo al Var. Ci sarebbe poi il rigore assegnato alla Roma nella vittoria contro il Venezia. Un episodio che ha fatto discutere per via della disparità di giudizio con un altro episodio, capitato qualche giornata fa al Napoli.
Episodi dubbi ed errori palesi che non fanno altro che peggiorare la situazione degli arbitri in Italia, dove ora più che mai c’è bisogno di un cambio di rotta.
E pensare che la proposta c’era anche stata. Ad inizio stagione Gabriele Gravina, presidente della FIGC, si era detto disponibile a mettere la Serie A al centro di un progetto sperimentale. Al vaglio una serie di proposte: il tempo effettivo, la possibilità di comunicazione tra allenatore e capitano e, soprattutto, il Var a chiamata.
Gravina tempo fa aveva già scritto all’IFAB, mettendo a disposizione il campionato italiano per fare da apripista ad un eventuale cambio di regolamento. “Vogliamo dare il nostro contributo per migliorare il calcio allo scopo di rendere il gioco sempre più attrattivo e spettacolare, soprattutto per i giovani – aveva dichiarato all’epoca Gravina – Sappiamo che il percorso deve essere condiviso, ma se non si comincia non si arriverà mai a modificare lo status quo”.
La situazione in Serie A sembra stia prendendo una piega sempre più complessa, e forse è davvero arrivato il momento di fare qualcosa. Le proteste di allenatori e dirigenze sono sempre più l’ordine del giorno.
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