Foti: “Nessuno a Roma meglio di Mourinho. L’ho lasciato per un motivo”

Salvatore Foti, ex vice di José Mourinho, è intervenuto ai microfoni di TvPlay: ecco le sue dichiarazioni

Ex giocatore e attuale allenatore, ha svolto il ruolo di vice-allenatore di José Mourinho a Roma e in Turchia. Ora cerca nuove avventure ed è stato anche vicinissimo alla Sampdoria, salvo poi veder sfumare l’occasione di sedersi sulla panchina blucerchiata. Salvatore Foti si è raccontato ai microfoni di TvPlay in esclusiva.

SUI DERBY A GENOVA E A ROMA – “I derby a Roma sono qualcosa di stupendo. Io che vivo a Genova, posso dire di aver fatto un derby di Roma da primo allenatore perché Mourinho era squalificato. L’ho sentito tantissimo e non sono uno che da quando faccio questo lavoro sentiva tanto le partite, ma il derby ferma una città. Per un po’ di tempo si parla solo di quello. E quando lo perdi è brutto. A Genova li vincevamo sempre- Con Giampaolo facemmo 4 vittorie e due pareggi. Paragone tra il derby di Roma e quello di Genova? Si può fare il paragone. A Genova se vinci il derby puoi quasi permetterti di andare in vacanza. A Roma, soprattutto con mister Mourinho, non abbiamo mai avuto dopo il derby una settimana tipo per allenarci. Da un certo punto di vista è un bene.

HO SPERATO DI ALLENARE LA SAMPDORIA” – “Allenare la Sampdoria? Ci ho sperato e sono stato molto vicino. Sembrava una cosa da formalizzare poi sono cambiate delle dinamiche che non conosco bene. Il club ha fatto un’altra scelta, da rispettare, preferendo Donati. Essendo la Sampdoria ci sono rimasto male, è la mia squadra. Posso solo augurare il meglio. Sono cresciuto calcisticamente qui a Genova, sarebbe stato quasi come chiudere un cerchio”.

A TELEFONO CON MOURINHO PER 3-4 ORE. UN MESE DOPO HA CAPITO CHE POTEVA FARE AFFIDAMENTO SU DI ME” – “Com’è nato il rapporto con Mourinho? Ero a casa, era Natale dell’anno della Conference League. Mi chiamò il preparatore atletico, attualmente all’Inter, con cui ho lavorato alla Samp e al Torino. Mi disse che mi avrebbe chiamato Mourinho perché aveva avuto problemi con il suo vice e fu fatto il mio nome. Da lì è nata questa videocall nel giorno di Natale. Sono stato a telefono 3-4 ore. O il 26 o il 27 firmai il contratto e il 31 dicembre ero a Trigoria al centro sportivo. Parlando con Mourinho gli dissi che dovevamo vedere se ci trovavamo. Dopo il primo mese, dove lui mi studiava, capì che ero un ragazzo a cui poteva fare affidamento”

HO LASCIATO MOURINHO PERCHE’ ERA IL MOMENTO DI INIZIARE UNA CARRIERA DA ALLENATORE DA SOLO” – “Con Mourinho mi sento ancora, ma mi sono separato da lui perché era giusto il momento per iniziare una carriera da allenatore da solo. Ho avuto colloqui con la Sampdoria e lui già aveva capito che ci fosse una volontà di iniziare un percorso differente”.

MOURINHO DISSE CHE AVREMMO VINTO L’EUROPA LEAGUE” – “Se qualcuno pensa che vincere 26 titoli in carriera e che due finali con la Roma sono solo fortuna, si sbaglia di grosso. Battezzò l’Europa League, dicendomi che avremmo vinto la coppa. Non ci riusciamo perché avevamo una rosa da 13-14 titolari, mai profonda”.

DOPO SPALLETTI, A ROMA C’E’ SOLO MOURINHO” – “Dopo Spalletti, non c’è stato allenatore migliore di Mourinho che ha fatto due finali di fila alla Roma”

FINALE CONFERENCE EMOZIONANTE PER ROMANI E ROMANISTI” – “Quando abbiamo vinto la finale di Conference League contro il Feyenoord c’era gente che piangeva come bimbi. Un’emozione fortissima per romani e romanisti. So bene che era la coppa delle settime, ma in semifinale c’erano squadre da finale di Europa League”

VA DATO ATTO A DE ROSSI DI AVER LANCIATO SVILAR” – “Si vedeva che Svilar fosse bravo. Rui Patricio nei primi due anni è stato un portiere di livello normale, giusto, senza grandi picchi ma molto costante. Svilar ha un potenziale da portiere top. Dimostrava di essere un buon portiere quando lo mettevamo in campo. Se Mourinho fosse rimasto a Roma, Svilar sarebbe diventato titolare. Va dato atto a De Rossi di aver fatto quella scelta”

CI CHIEDEVAMO PERCHE’ IBANEZ GIOCASSE MALE I DERBY” – “Ci siamo chiesti anche noi perché Ibanez giocava male i derby. Era velocissimo, era forte. Parlava la stessa lingua con Mourinho. Ibanez tendeva un po’ a rilassarsi in allenamento, veniva ripreso qualche volta dal mister”.

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