Fabrizio Cacciatore spiazza tutti durante la diretta di TvPlay, a seguito della prima domenica della nuova stagione di Serie A
Uno dei calciatori più amati e più discussi degli ultimi 30 anni di Serie A, accostato alla genialità di Lionel Messi. E non è uno scherzo, ma Fabrizio Cacciatore è serissimo quando parla di Antonio Cassano, suo ex compagno di squadra.
Cacciatore, ex difensore e attuale allenatore del Chievo Verona con il quale ha disputato quattro stagioni da calciatore, ha avuto modo di conoscere anche Fantantonio durante la permanenza in Serie A. Quando indossava la maglia della Sampdoria, raggiunse un’incredibile qualificazione ai playoff di Champions League. Era l’anno del quarto posto. Era l’anno della coppia Cassano-Pazzini, che insieme fecero volare il club blucerchiato.
Nel corso della puntata domenicale di TvPlay, Fabrizio Cacciatore è andato dietro nel tempo e ha raccontato qual è stato uno degli avversari più difficili da marcare, citando l’ex Juventus Douglas Costa: “Il giocatore più forte che ho affrontato da avversario è stato Douglas Costa. Era in giornata una volta ogni dieci partite, ma aveva una velocità di esecuzione del dribbling pazzesca”
Poi l’attuale allenatore del Chievo prosegue e ricorda Cassano: “Il giocatore più forte di tutti, con cui ho giocato contro e con cui mi sono anche allenato, è stato Antonio Cassano. Per quello che ho visto io, quando aveva voglia di allenarsi, era a livello di top player. Cassano è ai livelli di Messi“.
A quel punto, Emiliano Viviano – tra i presenti durante la diretta – salta letteralmente dalla sedia e resta incredulo. Per il portierone, ovviamente, Fantantonio è stato un ottimo calciatore, da grandi giocate, ma nel corso della carriera. Emiliano spiega però che ha visto e affrontato giocatori che hanno avuto quello stesso livello di Cassano raggiunto alla Sampdoria, per più tempo e in diverse squadre.
Fabrizio Cacciatore riprende la sua analisi ed elogia l’ex compagno di squadra: “Messi è fortissimo, ma io ad Antonio lo metto in quella fascia di giocatori lì. Quell’anno con la Sampdoria fece il pazzo, arrivammo quarti. Uno come lui, se non era un fenomeno, non andava al Real Madrid. Quando si piantava per terra, non lo spostavi. Aveva un piattone e te le metteva sempre in porta quando era al limite. Ma preferiva fare assist. L’ha detto più volte lui stesso”.
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