Nazionale di Gattuso squalificata: è questo lo scenario da evitare secondo il CIO a seguito delle pressioni per non giocare questo delicato match
L’Italia di Gennaro Gattuso si gioca una fetta importante del presente e del futuro. Gigio Donnarumma ha detto qualcosa di molto particolare in conferenza stampa a Coverciano: non si immagina fuori da un terzo Mondiale di fila. E in effetti, sembra quasi un paradosso che la Nazionale quattro volte campione del Mondo e solo pochi anni fa sul tetto d’Europa, rischi di non centrare la qualificazione per la terza edizione consecutiva della rassegna iridata.
Ad ogni modo, la Nazionale di calcio azzurra si affaccia al match contro Israele in un contesto piuttosto particolare. Non è vista di buon occhio la partecipazione della squadra allenata da Ran Ben Shimon, per via della situazione geopolitica e la guerra con la Palestina. In questi giorni è stato chiesto a Gattuso se fosse giusto scendere in campo. Una domanda posta addirittura al massimo esponente dello sport italiano, ossia il neo-presidente del CONI Luciano Buonfiglio. Ma la risposta è pragmatica e secca.
Israele-Italia, nessun ritiro: bisogna giocarla
Sì, l’Italia di Gattuso disputerà l’incontro con Israele. E fa niente che Gattuso ha apertamente dichiarato di essere un uomo di pace e di stare male a guardare le immagini di centinaia di civili disperati, da fame e guerra. La partita di calcio, salvo comunicazioni dall’alto, si giocherà. “Purtroppo c’è una guerra in atto e fa male, ma Israele fa parte del nostro girone e dobbiamo giocarci contro”, ha dichiarato qualche giorno fa il commissario tecnico.

Dello stesso avviso, se non più crudo il presidente del CONI, che all’evento del powerchair football di Lignano Sabbiadoro respinge ogni tipo di pressione contro la Nazionale e questa doppia sfida in programma con Israele valida per le qualificazioni ai Mondiali. “Rispondo in modo pragmatico. l’Italia fa parte dell’UEFA e il Coni appartiene al CIO. Il CIO in occasione della guerra tra Russia e Ucraina ha preso delle decisioni, ma in questo caso no – ha ribadito Buonfiglio – UEFA e FIFA anche non hanno preso decisioni, quindi se l’Italia non giocasse saremmo sanzionati e saremmo esclusi dalla partecipazione alle qualificazioni e non mi sembra giusto”.
Insomma, fin quando non arrivano disposizioni dall’alto, la FIGC e al sopra il CIO non prenderanno di certo iniziativa. Sarà l’UEFA a decidere se, con una guerra in atto, l’Israele debba ancora scendere in campo. Intanto, l’otto settembre è prevista la prima sfida contro Israele in terra neutra, in Ungheria. Ad ottobre il ritorno, a Udine allo stadio Friuli, proprio come un anno fa. Ma prima c’è da battere l’Estonia, il cinque settembre, al Gewiss Stadium di Bergamo.