Sensible Soccer è una leggenda, qualcosa più di un videogioco anche perché è stato davvero il primo a regalare qualcosa di differente e a conquistare tutto il mondo.
Oggi non possiamo che sorridere a ripensarci soprattutto se non siamo più ragazzi di primo pelo. Il ricordo è di quelli che fanno davvero molto rumore.

Siamo nel 1992, le console sono ancora qualcosa di lontano dall’idea che abbiamo oggi, quando esce questo videogame che non è il primo in assoluto dedicato al calcio, ma il primo per tante altre cose. Tra queste la visione manageriale che fino all’epoca era sconosciuta per un gioco e che fece sognare milioni di persone.
Sviluppato inizialmente per Amiga e Atari ST uscì poi anche per Ms-Dos, Super Nintendo, Sega Mega Drive e Game Boy. Jon Hare, della Sensible Software, svelò che la principale ispirazione nasceva da Tehkan World Cup con uno scorrimento verticale oggi impensabile ma che all’epoca era qualcosa di meraviglioso.
Tutti quelli nati negli anni ottanta lo ricordano come la prima grande emozione di fronte a uno schermo, un gioco di assoluto valore che non possiamo di certo dimenticare e che si apre anche a numerose altre possibilità offerte anche ai competitor che all’epoca stavano a guardare.
Sensible Soccer, tutto quello che c’è da sapere
I cori da stadio, il gameplay rapido e fluido facevano di Sensible Soccer un unicum all’inizio degli anni novanta. E fino all’avvento di Fifa il videogame rimase unico e grande protagonista da cui prendere spunto.
Ma parlare di Sensible Soccer è offrire uno spaccato sociale, tornare indietro nel tempo e raccontare qualcosa di differente e in grado di fare la storia. Siamo di fronte a un pezzo del nostro passato che oggi magari fa sorridere i giovani, ma ci ricorda quanto eravamo sorpresi un tempo rispetto a oggi che non sembra accontentarci nulla.
Era un mondo che andava molto meno veloce, ma che ci regalava delle splendide sensazioni, delle possibilità in grado di darci possibilità maggiori di sentirci soddisfatti. All’epoca non esistevano i gameplay, non c’erano i social network e ancor più non c’era internet e si giocava ancora con la tastiera.
Se dovevi chiamare un amico lo facevi al telefono fisso, passando dai genitori, ma eri spensierato e la vita ti offriva delle proporzioni differenti più adatte a vivere le situazioni con maggiore serenità e possibilità di confronto, di riflessione. Speriamo di certo di vivere altre esperienze come quel bip quando partiva Sensible Soccer.





