Clima sempre più teso in casa Juventus. Tutti, non solo Max Allegri, sono sotto la lente di ingrandimento di John Elkann, Amministratore Delegato di Exor
La sconfitta della Juventus per mano del Maccabi Haifa è stata un’autentica mazzata non solo per le chance di qualificazione agli ottavi di Champions League, ormai ridottesi al lumicino, ma anche per il clima tesissimo che si respira in casa bianconera.
Anche se protetto dal suo sontuoso contratto, 7 milioni netti all’anno più altri 2 di bonus, che, alla luce di un rosso accertato di 254 milioni, non consigliano, almeno per il momento, il suo esonero, il tecnico bianconero Max Allegri è sulla graticola. Sempre più insistenti le voci che lo vogliono lontano da Torino. Inoltre, al vigilia del derby della Mole, l’occasione propizia per il riscatto nella partita più sentita e attesa dai tifosi, il faccia a faccia tra Max e una parte del gruppo, che ha portato a ridurre i giorni di ritiro, è il sintomo che qualcosa si è rotto nel rapporto tra la squadra e il suo allenatore.
Infatti, secondo quanto riferisce la “Gazzetta dello Sport” in edicola oggi, è calato il gelo tra il tecnico livornese e i suoi calciatori. Quest’ultimi, oltre alla decisione di andare in ritiro, lamentano l’assenza di un dialogo con Allegri che di fatto si limita a dare vaghe indicazioni tattiche che finiscono solo per mandarli in confusione. Inoltre, i bianconeri puntano il dito anche contro la metodologia della preparazione estiva bollata come antiquata e troppo pesante, con enormi carichi di lavoro ma a bassa intensità.
Ma non è solo il tecnico livornese a rischiare. Tutti, dall’attuale Presidente, Andrea Agnelli, fino all’ultimo dei magazzinieri, sono sotto esame. Stando a quanto si legge nell’odierna edizione de “Il Corriere dello Sport”, la famiglia Agnelli il 24 luglio 2023 celebrerà i cento anni di proprietà del club bianconero e tutto sembra andare nella direzione che lo voglia fare dando il via a repulisti che, come detto, non risparmierà nessuno. Del resto, John Elkann, Amministratore Delegato di Exor, la “cassaforte” della famiglia Agnelli, ha già indicato, in tempi non sospetti, la rotta per il futuro del club bianconero: “una Juve all’altezza del suo passato“.
Ragion per cui, complici i 700 milioni versati in due anni nelle casse societarie e il quinto deficit consecutivo, non occorre essere indovino per intuire che il nipote dell’Avvocato abbia le tasche piene di sprecare risorse finanziarie per una squadra che non distribuisce “dividendi” né sotto l’aspetto sportivo che, ancora più grave, sotto quello economico. Di qui una e propria rivoluzione societaria che potrebbe compiersi per il termine della stagione in corso.
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